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Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

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Betelgeuse
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Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da Betelgeuse »

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Parto di una band sulla via di un esaurimento sia artistico che riguardo alle relazioni interpersonali, " Who Do We Think We Are " esce nel Gennaio 1973 in modo poco strombazzato, a differenza degli ultimi lavori del gruppo. Circostanza abbastanza strana, considerato il roboante successo sia di Machine Head, dell'anno precedente, che del monumentale super-live, " Made in Japan ".
Il disco è presentato da una copertina non eccezionale, con le loro facce onnipresenti, come da tradizione, stavolta avvolte da bolle d'aria ( o di sapone? ).
Registrato su un'unità mobile nell'autunno 72 in Germania, con l'eccezione di " Woman From Tokyo ", frutto di una session a Roma, nel Luglio dello stesso anno, il disco risente essenzialmente dei contrasti, fino ad allora latenti, ma da qualche tempo emersi maggiormente, tra Ritchie Blackmore e Ian Gillan. Due " ego " spaventosamente accentratori, due fortissime personalità con precise caratteristiche da leader, non potevano durare a lungo nello stesso pollaio, anche se questa rivalità ha spronato spesso l'uscita delle idee e delle risorse migliori, sia dei due in questione, che del resto del gruppo. Se finora il giocattolo aveva funzionato egregiamente, era anche perchè tutto ciò piaceva ai fans, diciamo le cose come stanno.
Questa situazione diede l'input per far decidere al cantante, e metterlo per iscritto, di lasciare la band, improrogabilmente, il 30 Giugno 1973, impegno poi effettivamente mantenuto. La vita estenuante, continuamente on the road, fece propendere per questo, ma i rapporti interpersonali erano l'elemento preponderante. I concerti dei Deep Purple stavano diventando scontati, meccanici e ripetitivi, del resto. Ma prima c'era un disco da fare, e un tour da pianificare ed effettuare.
" Who Do We Think We Are " non può essere paragonato agli episodi più sfavillanti del periodo precedente, ma si gioca le sue buone carte, fatte di una buona vena creativa, ulteriormente arricchita, se vogliamo, da una particolare cura dal punto di vista ritmico. Eppure la critica ha generalmente snobbato il disco, sulla falsariga di uno scadimento creativo che, per la verità si riesce a notare pochissimo tra i solchi, nonostante una crisi che esisteva, era reale e oggettiva.
Protagonisti principali sembrano però essere ancora una volta il cantante e il chitarrista, con prestazioni ricche di pathos e di perizia tecnica: ma il lavoro di gruppo è molto buono, e riesce a dissimulare discretamente le tensioni, e la bellezza della maggior parte delle canzoni fa perdonare un suono e un " mood " un pò " algido ".

Musicisti:

Ian Gillan - Voce
Jon Lord - Tastiere
Ritchie Blackmore - Chitarra
Roger Glover - Basso
Ian Paice - Batteria


Brani:

Woman From Tokyo
Mary Long
Super Trouper
Smooth Dancer
Rat Bat Blue
Place In Line
Our Lady


Pezzo d'apertura è il celeberrimo " Woman From Tokyo ", dominato da un lato dalla colonna portante formata dalla coppia batteria/basso, dall'altra dalla voce particolarmente rabbiosa di Gillan, che però si quieta e si rasserena nella parte centrale, in pieno stile psichedelico, con coretti tipicamente anni 60, che preparano il campo ad una nuova esplosione del pezzo, ulteriormente impreziosito, nel finale, dal piano di Jon Lord. E' una delle canzoni più famose dei Deep Purple, ma dal vivo ha avuto una storia abbastanza difficoltosa, dato che per ovvi motivi, prima fu ignorata dalla Mark III e dalla Mark IV ( non era evidentemente nelle corde di Coverdale ), e poi nelle varie edizioni post-reunion.
Voto 8 e mezzo





Segue una canzone veramente deliziosa: " Mary Long ", protagonista Ian Gillan, che si cimenta in una delle prestazioni più belle, più ispirate, più riuscite della sua carriera. E' da notare una venatura blues che rende la canzone ulteriormente piacevole: e d'altronde non mancano le rifiniture di Ritchie a confezionare il tutto. Mary Long, a cui va la palma di canzone più bella dell'album, non sembra proprio di un gruppo in crisi. Tutt'altro.
Voto 9





Bella anche " Super Trouper ", soprattutto nella scelta dei suoni e dell'effettistica, di cui si serve anche la voce di Gillan, filtrata e flangerizzata. Sono presenti anche leggere reminiscenze funky, che anticipano alcune cose che poi sentiremo di lì a poco con la Mark III. Semi-ignorata successivamente dal vivo.
Voto 8





" Smooth Dancer " è trascinante, si lascia ascoltare, ma è un ascolto leggermente più disimpegnato rispetto ad altre tracce del disco, e direi che assegnargli la palma di brano meno incisivo dell'album non mi sembra un'eresia. Sembra quasi che Gillan e compagni vogliano dire: " ascoltate il brano, fateci quello che volete e non vi create problemi ". Certo, anche precedentemente i Purple avevano proposto pezzi monotematici come questo, ma con ben altra qualità.
Voto 6 e mezzo





" Rat Bat Blue " è una portentosa scarica di adrenalina, con il trionfo soprattutto di Roger Glover, coadiuvato da una prestazione ritmica somigliante a una specie di cavalcata. Il suo è un basso " fisico ", che si tocca, palpabile, e sensuale. Qui Gillan sembra quasi che si diverta, senza per questo far passare la sua performance come disimpegnata, mentre per Ritchie, stavolta comprimario, siamo di fronte a pura " ordinaria amministrazione ".
Voto 8 e mezzo





Sorpresona! Gillan canta il blues, e lo fa bene, con un brano di buona vena, intitolato " Place In Line ", sopratutto con una seconda parte molto frizzante, con due assoli consecutivi, uno eccellente di Blackmore, l'altro forse meno clamoroso, dell'Hammond di Jon Lord. I Deep Purple sanno fare il blues, ma sanno anche come plasmarlo, e arrivare a una dignitosa personalizzazione, che evita, ed eviterà accuratamente di arrivare a scimmiottare loro stessi.
Voto 7 e mezzo





L'ultima traccia ci regala dei Deep Purple inusuali, con un impianto più improntato al pop puro e alla canzone melodica, con caratteristico coretto che ci riporta indietro nel tempo, forse ai Beatles. Ma non basta per innalzare il brano a potenziale singolo. Non è la prima volta che i Purple provano esperimenti del genere ( pensiamo a " Never Before " ): " Our Lady ", questo il titolo, appunto, della canzone che chiude l'album, va a fare coppia con " Smooth Dancer " nel ruolo di peggior pezzo del disco, nonostante una delicata gradevolezza di fondo.
Voto 6 e mezzo



Buono, anche se non oceanico, il riscontro di vendite dell'album, mentre piuttosto freddo e asettico il tour che ne seguì, tra l'altro con calo di pubblico. C'erano in pratica dei separati in casa, che a volte determinavano dei concerti inguardabili, privi del minimo feeling. Ma ormai la frittata era fatta, e l'esperienza della Mark II praticamente agli sgoccioli.

Il mio voto globale a " Who Do We Think We Are " è 8.
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Whiteshark
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Re: Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da Whiteshark »

Io sono più severo dell'amico Betel ed a "Who do we think we are ?" dò 7. Oltre al contrasto (perenne) Gillan-Blackmore, c'era anche Glover in perenne disaccordo col "Man in black", persona come si sa non proprio idonea ai compromessi.
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Betelgeuse
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Re: Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da Betelgeuse »

Roger Glover fu cacciato da Blackmore, sembra per un capriccio di quest'ultimo.
Circostanza incredibile, se confrontata con i filmati del 1984, in occasione della loro fantastica reunion, in cui si vedono i 5 musicisti andare d'amore e d'accordo.
Betelgeuse
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Re: Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da Betelgeuse »

L'Italia fu il paese a registrare il maggiore successo per il disco.
We Do We Think We Are raggiunse, infatti, la seconda posizione nella hit-parade italiana, con un clamoroso successo di vendita.
In Inghilterra l'album arrivò invece al quarto posto, e negli U.S.A. al quindicesimo.

La copertina del disco è stata ideata da Roger Glover e John Coletta, allora manager della band.
Il titolo dell’album (“Chi ci crediamo di essere”) prende spunto dalle lettere di odio e invidia che la band riceveva al tempo. Queste lettere spesso si aprivano con la frase: “Ma chi si credono di essere questi Deep Purple?”.
Per le registrazioni dell’album, i Deep Purple affittarono inizialmente una grande villa poco fuori Roma, che ha ospitato la band per tre settimane nel luglio del 1972. Ritchie Blackmore però optò per una sistemazione separata dal resto del gruppo , ennesima dimostrazione della frattura nella band. Oltre ad avere a disposizione un cuoco personale, i Deep Purple ordinarono qualche centinaia di bottiglie di vino locale. L’alcol, l’estate romana e la presenza di una grande piscina contribuirono alla scarsa produttività di queste sessions. In più, ci si accorse che lo studio di registrazione mobile dei Rolling Stones non passava dagli archi romanici all’entrata della villa, aggiungendo problemi su problemi.
Delle sessioni romane del luglio 1972, solo il brano Woman From Tokyo (scritto e registrato proprio a Roma) finirà sull’album.
Durante il soggiorno a Roma, fu registrata anche Painted Horse, che rimarrà fuori dall’album ma che figurerà come bonus track in successive raccolte (come Powerhouse del 1977), e poi nell’edizione rimasterizzata dell'album.
L’album fu finito successivamente in Germania nell’Ottobre del 1972 in sole due settimane. Secondo molti in pochissimo tempo, il che testimonierebbe una certa frettolosità.
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barbatrucco
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Re: Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da barbatrucco »

Disco che si fa decisamente ascoltare e che tuttavia si ricorda solo per la citata hit Woman from Tokio (non sapevo fosse nata da una jam a Roma!) che capita ancora di ascoltare nelle radio più "rockettare" o tendenti al vintage.
Nel giudicarlo, proprio per la buona energia trasmessa nonostante i contrasti tra Gillian e Blackmore, sarei tentato anch'io di dargli un 8 come Betel, ma preferisco pormi a metà tra lui e White assegnandogli un più prudente 7,5 dato il confronto impari coi precedenti album.

Giusto per citare alcune tracce, Smooth Dancer è un buon pezzo, divertente e, sono d'accordo con Betel, abbastanza trascinante, anche se sembra un vago auto-plagio di Speed King fra reminescenze di Never Before, ma con meno mordente.
Rat Bat Blue è ottima, molto ritmica nell'approccio, cambi compresi, e con una perfetta intesa tra i musicisti che offrono una prova solidissima, meritando una citazione la particolarità sfiziosa del "coloristico" assolo di Jon Lord.
Place in Line è una bella incursione nel blues e fa sempre un certo effetto sentire Ian Gillian attaccare con un registro così basso e caldo per lui inusuale, prima di ritornare ai toni rauco-acuti che sono il suo marchio di fabbrica, cantando altrettanto bene.

Un altro dettaglio interessante, giustamente sottolineato nel post d'apertura, sono gli "aromi" funky che affiorano evidenti qua e là e, come detto, saranno ancor più presenti nelle prove successive.
Azzeccato anche il paragone tra Our Lady e la citata Never Before dal glorioso Machine Head, a sottolineare una certa tentazione, già riscontrabile pochi anni prima in Fireball, a ripescare di tanto in tanto le radici pop e psichedeliche dei sixties degli esordi.

Forse, il principale difetto di Who Do We Think We Are è di essere almeno in parte, per dirla all'anglosassone, by the numbers, cioè come scritto in base a formule e schemi già impostati e sperimentati, quasi ogni tanto la band mettesse il pilota automatico, pur risultando coeso e dando l'impressione complessiva che, tutto sommato, i Purple si siano divertiti a suonarlo em_band
Resta di stucco, è un barbatrucco!
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Whiteshark
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Re: Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da Whiteshark »

Betelgeuse ha scritto:Roger Glover fu cacciato da Blackmore, sembra per un capriccio di quest'ultimo.
Circostanza incredibile, se confrontata con i filmati del 1984, in occasione della loro fantastica reunion, in cui si vedono i 5 musicisti andare d'amore e d'accordo.

Peccato che due anni dopo già volavano gli stracci. Poi altro split, altra reunion con "And the battle rages on", ed a chiudere l'ultima "rissa", documentata dal lve "come hell on high water", dove il "Man in black", dopo essersi fatto aspettare per tutto il primo pezzo di Highway Star, si presenta con una faccia che è tutto un programma e nel bel mezzo del solo tira una birra al "povero" Gillan. em_nono
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Re: Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da Betelgeuse »

Questa è probabilmente l'ultima foto in assoluto della Mark II, scattata quasi sicuramente nel Giugno 1973.
Certe facce, non propriamente il massimo dell'allegria, sono tutto un programma, e testimoniano di una band che ormai esisteva solo sulla carta.
Da sinistra: Roger Glover, Jon Lord, Ian Gillan, Ian Paice, Ritchie Blackmore.

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Re: Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da Whiteshark »

Confermo la data. Questa foro è presente anche nel doppio live "Deep Purple in concert" uscito nel 1980,
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Ian
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Re: Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da Ian »

Comunque a parte la ormai nota personalità strana e dispotica di blackmoore ...perlopiù con gillan, ma con chiunque lo contrastasse, per me erano proprio i tempi della band che stavano fininendo e loro insieme a lei.
L'apice come è stato detto , lo hanno fatto con machine head e l'eventuale tour col made in japan, anche perchè , seppur ancor presto , un altro motivo è che l'hard rock iniziava a perdere colpi sotto la nascente discomusic e in alcuni brani (tra cui la bella woman fron tokio) si sentiva questo cambiamento, sia in sonorità che tempi di batteria.
Non a caso, anche poi hanno ritentato (con successo inizialmente), con al nuova formazione e il bellissimo album di burn, poi lo stile hard rock andò sempre più scemando verso la discomusic, fino alla fine del: come taste the band, che di hard rock aveva ben poco...anzi niente, tutto funk, o meglio tutto sembrava meno che i deep purple, a meno che non li si vedeva scritto in copertina. Questo successe anche ai led zeppelin qualche anno dopo, con Presence e in through out door e anche se non moriva bonham, loro erano al lumicino, stanchi strafatti di droghe, ma questo, anche perchè, iniziavano a sentirsi sorpassati e messi da parte, da questo nuovo genere musicale che avanzava
Ultima modifica di Ian il ven 1 set 2017, 12:42, modificato 2 volte in totale.
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Re: Who Do We Think We Are ( Deep Purple ) - 1973

Messaggio da Whiteshark »

Concordo con la disamina critica di ian, ma bisogna anche tenere presente i tempi: nel 1973 le "Top band" erano decine, si "doveva" fare un disco all'anno, le tournee erano massacranti, ed alla fine del tour bisognava fare il disco nuovo.... oggi le "top band" sono 4/5, fanno un disco ogni quattro anni (tanto non si vende) e dieci megaconcerti per guadagnare. Basti pensare che i Purple iniziarono il "Machine Head" Tour il 1/3/1972, in concomitanza con l'uscita del vinile, che sarebbe terminato il 16/12/1972 dopo 94 date. Il 16/1/1973 ripartiva il tour di "Who do we think we are", che si sarebbe concluso il 29/6/1973, dopo altre 83 date. E chi reggeva quei ritmi senza drogarsi e diventare idrofobo ?
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