Chocolate Kings - PFM ( 1975 )

[Betelgeuse]

Considero questo disco il migliore in assoluto uscito negli anni 70 in Italia, di artisti italiani.
L'anno è il 1975, anno strano, con tante contaminazioni e tante influenze, che coinvolgono anche la PFM, gruppo con ormai quattro anni alle spalle, e un nome e una reputazione notevoli, risultante dal successo dei dischi precedenti.
Questo successo dà loro la possibilità di uscire senz'altro dai confini nazionali, ed addirittura europei: la tournee negli States nel 1974 è trionfale, e pertanto devono adesso fare delle scelte: e in questo senso il vecchio gioco, che finora aveva funzionato egregiamente, del " tutti e nessuno alla voce ", non poteva e non doveva durare. In parole povere, il gruppo ha adesso bisogno di un cantante stabile.
Un primo approccio con Ivan Graziani non diede i risultati sperati, forse per scarsa convinzione da ambo le parti, pertanto decisero di chiamare Bernardo Lanzetti, proveniente dagli Acqua Fragile, gruppo di chiara impronta progressive. Cantante dalla voce possente ed elastica, fa subito pensare a Peter Gabriel, per il timbro e per il modo di cantare
Sembra che adesso non manchi veramente più nulla per tentare di raggiungere i vertici del rock internazionale: il sestetto che compone questa nuova PFM è formato adesso da Bernardo Lanzetti, Franz Di Cioccio, Franco Mussida, Flavio Premoli, Patrick Djivas e Mauro Pagani. Sono sei fenomenali musicisti.
La perfetta pronuncia di Bernardo Lanzetti.tra l'altro, fa decidere al gruppo di cimentarsi in un album completamente in inglese.
Chocolate Kings è uno dei lavori più interessanti e coraggiosi di quegli anni, e non solo in Italia. E' generalmente definito " ostico ", ma, in ultima analisi, può essere annoverato nel filone del progressive puro, pur con nuove forme, e con spruzzatine di jazz-rock, che troveranno maggior spazio nell'album successivo, Jet Lag. Si può dire che con Chocolate Kings si chiude la stagione del rock progressivo della PFM, ed è una specie di pregevolissimo canto del cigno, fatto di virtuosimo, di tecnica, di studio, di massimo coinvolgimento di tutte le componenti del progetto.
L'album si avvale di due copertine. Una vede una tavoletta di cioccolato avvolta nella bandiera americana. Un'altra, destinata credo al mercato europeo, raffigura una donna grassa, con le pseudo-fattezze di Marilyn Monroe. Due copertine sicuramente singolari, che hanno in qualche modo collegamenti con il contenuto dell'album.
Il primo pezzo si intitola " From Under ", e si parte in quarta, perchè il brano possiede una potenza e un'efficacia spettacolari, che lo pongono come un " master " nel prog italiano.
Tutti i musicisti sfoderano una prestazione impeccabile, sia dal punto di vista tecnico che da quello dell'entusiasmo. Il tutto è contrassegnato dalla stupenda voce di Lanzetti. Il brano tuttavia è formato anche da una serie avvincente di " stop and go ", con una particolare complessità delle strutture ritmiche, con uno stile coraggiosissimo, con rifiniture schizoidi e geniali, della chitarra, ma non solo. I Genesis, e i loro fantasmi, idealizzati dall'ugola di Lanzetti e dalla tecnica degli altri, sono ben presenti, quasi incuneati tra i solchi del vinile.



Una serie incantevole di arpeggi di acustica, piano elettrico e basso caratterizzano il secondo brano, Harlequin. Notare il titolo ( un omaggio agli stessi Genesis? ). Solita splendida melodia di Lanzetti al canto e una seconda parte da urlo con la batteria di Di Cioccio assolutamente sugli scudi.
La title track è forse il brano meno incisivo. Troppo allegrotta, con la struttura meno complessa delle altre, direi che si nota leggermente meno impegno in questo caso, ma c'è da dire che resta la traccia più conosciuta del disco: c'è un tentativo, forse di fare una nuova " Celebration ". Tuttavia una certa grinta non manca.
C'è poi la stupenda Out of the Roundabout, con Franco Mussida che qui raggiunge livelli di pregio e di qualità assoluti. Quegli arpeggi di classica sono una palestra di pathos e di tecnica inarrivabile. Ma tutto l'impianto è assolutamente geniale.
Conclude il disco la sognante e rilassante Paper Charms, in cui il protagonista è forse Mauro Pagani con il violino e i curiosi contrappunti, ma da notare ancora la strepitosa prestazione di Lanzetti, che raggiunge l'apice vocale con toni dalla potenza impressionante.
In definitiva, Chocolate Kings è un capolavoro del rock italiano che, per il fatto che si trova al confine tra due epoche musicali ben precise, e totalmente contrapposte, non è ricordato con la dovuta attenzione.
I volumi di vendita del disco sono più che buoni ( ventunesimo album in assoluto più venduto in Italia nel 1976, e sesto posto come massima posizione raggiunta ), considerando l'epoca di uscita, ormai non propizia al prog, ma anche l'impronta molto " tecnica " e apparentemente poco commerciale del prodotto.
Per quanto mi riguarda, è opera di grandioso valore artistico e di caratura internazionale e, per i miei gusti, imprescindibile.

[Insight]

Bellissima recensione, Betelgeuse, ora speriamo che qualche altro cultore della musica "progressive" ti risponda. Io non ci capisco un tubo però mi piace come scrivi.

[Betelgeuse]

Grazie Insight
Ho sempre preferito la comunicazione scritta a quella verbale.
E a proposito di anni settanta, devo dire che in questo decennio ( avevo 5 anni nel 70 e 14 alla fine ), soffrivo leggermente di balbuzie, problema che si è via via quasi risolto con l'età adulta.
Anche per questo a scuola ero bravissimo soprattutto nei temi e nei compiti scritti.

In quanto al disco in questione, è uno dei miei preferiti in assoluto, di tutto il rock.

[Maksim]

C'è poco da aggiungere alla dettagliata e competente recensione dell'amico Betelgeuse.
Se non il ricordo della tournée in cui la PFM presentava questo disco e contestualmente annunciava l'abbandono di Mauro Pagani ("salvo ripensamenti"), dicevano comunque i compagni durante l'annuncio.
Sappiamo però com'è andata: la storia della PFM non fu più la stessa, anche se il decennio si chiuse in bellezza con la splendida collaborazione con De Andrè.

[kabakron]

Non sono certo un esperto musicale come il buon Betelgeuse, ma parlando di anni 70 e rock progressive come non ricordare il Banco del Mutuo Soccorso, uscito nel ‘72 con un capolavoro come il concept album  “ Darvin” o con il pregevolissimo singolo del ’73 “Non mi rompete”.

Io nel 73 avevo solo 6 anni e non capivo granché di musica, e ad onor del vero,  non posso certo considerarmi un esperto neanche oggi,  ma grazie all’avvento di quell’immenso contenitore mediatico che è internet, ho iniziato ad usare la mia innata curiosità per ascoltare vecchi brani, imparando ad apprezzare la musica del decennio, piena di contaminazioni e di sperimentazione….allora si osava molto più di adesso!

 

P.S.

Trovo che anche le Orme di “Gioco di bimba” fossero di tutto rispetto.

[Betelgeuse]

Ma scherzi, Kabakron?
Anche per me il Banco dell'immenso Francesco di Giacomo, e Le Orme, vanno annoverati tra le massime espressioni musicali, anzi proprio artistiche, del magico decennio.
Darwin, L'Omonimo album col salvadanaio in copertina, Felona e Sorona, Florian, Piccola Rapsodia dell'Ape, sono gioielli che brillano ancora oggi di luce purissima.
Hai fatto bene a citarli.

[barbatrucco]

Sì, Kaba ha fato benissimo e ne approfitto per ricordare la discussione generale sul progressive:

http://www.anni70.net/forum/viewtopic.php?f=38&t=115à

[kabakron]

Sì, Kaba ha fato benissimo e ne approfitto per ricordare la discussione generale sul progressive:

http://www.anni70.net/forum/viewtopic.php?f=38&t=115à

Strano, i miei vecchi amici d'infanzia mi chiamano kaba....deriva da una storpiatura del mio cognome, grazie per avermi fatto sentire come a casa

Scusate se sono andato fuori tema!

[daniele]

tra gli italiani la pfm era la mia preferita, comprai il vinile appena uscito che ancora ho e in buone condizioni, non ricordo quanto costassero gli ellepi....forse 4,400 lire ?? cifra considerevole all'epoca, avevo 15 anni.

[barbatrucco]

Benvenuto e bentornato negli anni '70 Daniele

Il prezzo degli lp credo fosse quello, comunque se vuoi (e lo stesso vale per altri nuovi settantiani affacciatisi in questi giorni) puoi presentarti aprendo un thread in questa sezione: http://www.anni70.net/forum/viewforum.php?f=32

P.S. Kaba, non avevo notato il tuo messaggio, mi fa piacere