Corvo rosso non avrai il mio scalpo (Jeremiah Johnson), è un film del 1972 con la regia di Sydney Pollack.
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La trama racconta la vita del trapper Jeremiah Johnson, interpretato dall’attore Robert Redford.
Altri personaggi e interpreti sono: Artiglio d'orso / Chris Lapp (Will Geer), Del Gue (Stefan Gierasch), Cigno Pazzo (Delle Bolton), Caleb (Josh Albee), Mano Che Segna Rosso (Joaquín Martínez).
“Mangiafegato” Johnson era il soprannome della figura cui si ispira il protagonista del film: John Johnson era stato prima un soldato e poi un trapper USA.
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La sua vita ha dato vita a diverse leggende, in una di queste si racconta che sua moglie, un’indiana, fu uccisa dagli indiani Crow, e che da quel momento Johnson intraprese la via della vendetta, uccidendo molti indiani appartenenti a quella tribù. Di ogni uomo ucciso, il trapper furibondo, si dice che avrebbe divorato il fegato, da cui il lugubre soprannome. Questo è raccontato nel libro Crow Killer: The saga of Liver-Eating Johnson (L'uccisore dei Corvi: la saga di "Mangiafegato" Johnson) di Raymond Thorp e Robert Bunker.
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Altro libro ispirato al personaggio è quello intitolato: Mountain Man, di Vardis Fisher.
Nel film, Jeremiah Johnson decide di andare a vivere sulle Montagne Rocciose nel Colorado, vivendo come i trapper, con la caccia e la pesca, isolandosi dal mondo “civile”.
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Nei suoi spostamenti, incontra il capo della tribù dei Corvi: Mano Che Segna Rosso.
Poi un bizzarro cacciatore: Artiglio d'orso, che dopo un bisticcio iniziale, gli insegna a vivere nelle foreste.
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Nel suo peregrinare incappa in una famiglia sterminata dagli indiani Piedi Neri, l’unica sopravvissuta gli chiede di salvare suo figlio, che chiamerà poi Caleb. A loro due si aggiunge un altro trapper: Del Gue, che, vittima pure lui dei Piedi Neri,
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non esita a sterminarli dopo averli incontrati mentre erano accampati. Poi incontra il capo indiano della tribù delle “Teste Piatte” che lo costringe a sposare la propria figlia, Cigno Pazzo, per ricambiare i suoi doni.
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Assunto come guida da un gruppo di soldati, passano, nonostante i suoi avvertimenti,
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attraverso un cimitero sacro degli indiani Crow, i quali, per rappresaglia gli uccidono la moglie e il figlio adottivo.
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Da quel momento giura vendetta e uccide più Crow possibili. Gli indiani, invece che odiarlo, lo temono e iniziano a rispettarlo per le sue doti guerriere. Il suo ultimo incontro con il capo dei Crow, Mano Che Segna Rosso, sembra preludere allo scontro finale, invece ha un finale inaspettato.
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Nel film, gli indiani sono rappresentati come ostili, certo, ma non più come inferiori o cattivi, ma come avversari di pari valore.
Il personaggio del film, ha ispirato il fumetto western: Ken Parker,
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il protagonista, che ricalca il viso del protagonista Robert Redford e parte come trapper, è creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo.
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Viene pubblicato nel 1974, con una storia singola nella Collana Rodeo delle Edizioni Araldo. Poi dal giugno del 1977, la Cepim gli dedica una testata che termina nel 1984.
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Corvo rosso non avrai il mio scalpo
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Re: Corvo rosso non avrai il mio scalpo
Avevo non più di quattro anni quando vidi questo film al cinema estivo, con i miei genitori...Era di sera e feci un lungo sonno dall'inizio del film fino alla mattina dopo quando mi risvegliai a casa...
Quindi, insomma, non lo vidi, però mi era rimasto molto impresso il titolo
Poi l'ho visto almeno due volte da grande e devo dire che mi è piaciuto, nonostante non sia mai stato un fan di Robert Redford (tra i grandi attori hollywoodiani è uno di quelli che mi piace meno). L'ho apprezzato per le riprese, le scene, ma anche per i lunghi silenzi in cui domina la natura...e perché non è il film col solito cliché degli indiani cattivi e i bianchi buoni...E' un film visto anche un po' dalla parte degli indiani...Se non altro, come scritto da Quick, gli indiani si vedono più da vicino e non sono quei nemici sconosciuti, da schiacciare e basta, che uccidono i bianchi senza motivo...
Quindi, insomma, non lo vidi, però mi era rimasto molto impresso il titolo
Poi l'ho visto almeno due volte da grande e devo dire che mi è piaciuto, nonostante non sia mai stato un fan di Robert Redford (tra i grandi attori hollywoodiani è uno di quelli che mi piace meno). L'ho apprezzato per le riprese, le scene, ma anche per i lunghi silenzi in cui domina la natura...e perché non è il film col solito cliché degli indiani cattivi e i bianchi buoni...E' un film visto anche un po' dalla parte degli indiani...Se non altro, come scritto da Quick, gli indiani si vedono più da vicino e non sono quei nemici sconosciuti, da schiacciare e basta, che uccidono i bianchi senza motivo...
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie-
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Re: Corvo rosso non avrai il mio scalpo
L'accoppiata Pollack-Redford è stata sempre vincente: ricordo anche "Come eravamo" ('73), "I tre giorni del Condor" ('75), e, fuori dal decennio, "La mia Africa"
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Re: Corvo rosso non avrai il mio scalpo
Come eravamo, infatti, mi piace molto perché c'è la Streisand...Lui invece mi dà molto fastidio in quel film
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie- Whiteshark
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Re: Corvo rosso non avrai il mio scalpo
Bel film, anche se come western crepuscolare secondo me "nessuna pietà per Ulzana" non è battibile. Molto bello il finale nel buio rischiarato dalla neve.
Remember:
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