L'altra sera ho terminato di vedere sul tubo questo film del 1977.
Regia: Maurizio Lucidi
Sceneggiatura: Italo Terzoli-Enrico Vaime (dall'omonimo romanzo di Giovannino Guareschi)
Musiche: Armando Trovaioli
Personaggi ed interpreti (almeno, quelli che conosco... )
Camillo Proietti: Enrico Montesano
Donna Leo Madellis: Anna Proclemer
Carlotta Madellis: Silvia Dionisio ( )
Robinia Madellis: Stefania Careddu
Casimiro Zanin: Mario Carotenuto
Giusmaria, il maggiordomo: Gastone Pescucci
Filippo Pancalli d'Entreves: Pino Caruso
Il suo autista: Franco Lechner aka Bombolo
Un automobilista: Gino Pagnani
**************************************************************************************
La nobile famiglia Madellis vive ancora nel ricordo delle sue glorie passate (la vedova capofamiglia è stata dama di compagnia dell'ultima regina), ma, completamente spiantata, vive grazie alle copiose somme di denaro donategli da un parente acquisito, tanto ricco quanto rozzo (Casimiro Zanin, commerciante di suini e produttore di insaccati). Tutta la famiglia lo detesta (cordialmente ricambiata), ma è costretta a fare buon viso a cattivo gioco. L'unico membro dell'augusta schiatta ad essere sinceramente amato (anche in questo caso ricambiato) dal ruspante commerciante è la nipote più giovane Carlotta.
La quale però, viene un bel giorno costretta dallo zio acquisito a trovarsi un marito in poche ore, dato che oramai egli sente la sua dipartita non troppo lontana e non intende lasciare il suo patrimonio a nessun altro dei suoi spocchiosi parenti.
Presa alla sprovvista, Carlotta trova una soluzione d'emergenza presentando a zio Cazimiro lo spiantatissimo Camillo, gestore di una pompa di benzina alla quale la giovane ricorre sempre per fare il pieno ed innamoratissimo della bella fanciulla. Costretti ad accettare la plebea parentela onde evitare di essere sbattuti sulla strada, i Madellis trattano il parente acquisito con sussiego (eufemismo): le nozze vengono celebrate in gran segreto, il viaggio di nozze si svolgerà con tutta la famiglia al seguito (di contatti fisici fra i due sposini neppure a parlarne) ed il povero Camillo verrà costretto a vivere solo soletto in una dependance della villa.
Stanco della situazione, il povero benzinaio scappa di casa e racconta tutto allo zio Casimiro, il quale modifica prontamente il testamento: il suo patrimonio andrà al figlio della coppia che dovrà arrivare entro un anno dal matrimonio. Panico che aumenta fra i Madellis, anche perché Camillo ha la pessima abitudine di capitare in casa nei momenti meno opportuni: per tentare di dirozzarlo e renderlo quantomeno presentabile in società (tenendolo comunque lontano da Carlotta), la famiglia decide di spedirlo in un collegio svizzero dove si tenterà di renderlo un perfetto gentiluomo. Vessato da lezioni di inglese e di ballo e circondato da compagni naturalmente assai più giovani di lui, il povero Camillo langue e segna sempre la moglie. Nel frattempo, una nuova insidia si pone sulla strada dell'ingenuo benzinaio: il sedicente ed affasinante barone Pancalli d'Entreves si presenta alla famiglia. Essendo lui perfettamente scapolo e decisamente ricco, donna Leo pensa subito a come far annullare il matrimonio fra la nipote e Camillo, facendo impalmare la giovane nipote dal nobilastro: cosa che permetterebbe ai Madellis di affrancarsi dalla tirannia di Casimiro Zanin.
Capitato senza preavviso nel mezzo della festa di fidanzamento fra i due nobili (che si svolge nel giorno del compleanno di Carlotta), Camillo verrà rispedito in collegio con le cattive (ed ingenuamente non riuscirà minimamente a comprendere ciò che sta accadendo). Il barone Pancalli è però in realtà uno spiantato cacciatore di doti e, compresa la situazione, cercherà di far rapire Camillo per eliminarlo durante il suo ritorno al collegio svizzero. Liberatosi con l'inganno, Camillo riuscirà a tornare sano e salvo al collegio, facendo anche arrestare il falso nobile dalle guardie di frontiera. Nel frattempo la situazione è comunque cambiata: Carlotta (complice una falsa seduzione di Robinia inscenata da Camillo durante la festa di fidanzamento) comprende di non disprezzare affatto il giovane spiantato ed anzi, riconosce che pian piano sta iniziando ad amarlo; Camillo, invece, pur amando ancora la moglie, non intende affatto diventare la "scimmia amaestrata" dei Madellis e durante una memorabile cena (dopo la fine delle lezioni), costringe i malcapitati parenti ad infrangere sistematicamente tutte le regole del galateo, prima di congedarsi e ritornare alla pompa di benzina per il turno di notte. Lasciati i parenti con un palmo di naso, Carlotta però lo raggiungerà in breve tempo ed il film si chiude con i due giovani, davvero sposati, che rimangono finalmente soli.
**************************************************************************************
Le mie impressioni: per passare un'oretta e mezza in rilassatezza e divertimento, il filmetto si lascia tranquillamente vedere, grazie soprattutto alla bravura degli interpreti. Enrico Montesano fa un po' le prove generali per il personaggio del "conte Tacchia" di qualche anno dopo; sono gustosissimi sia Mario Carotenuto sia Anna Proclemer (!) nella parte dei parenti che si odiano. Molto adatta alla parte anche Silvia Dionisio, che con il suo visino imbronciato sta benissimo nella parte della giovane rampolla bene che vorrebbe però fare la sua vita. Molto bravi anche tutti gli altri caratteristi, che peraltro hanno tutti lavorato con Montesano anche in TV: da Pino Caruso (che alterna la parlata blesa da nobile al consueto dialetto siculo) a Bombolo, da Gino Pagnani (un autista alla pompa di Camillo, vessato da una moglie terribile, con spiccato accento torinese) allo straodinario Gastone Pescucci nei panni del maggiordomo Giusmaria, forse l'unico personaggio che rimane davvero fedele a quello del romanzo di Guareschi.
E qui in effetti nascono le dolenti note: con tutta la bravura di Terzoli e Vaime, chi ha letto il romanzo guareschiano (ed il sottoscritto di Guareschi ha letto praticamente tutto) non può non rimanere un filo deluso. Sia perché non appare azzeccatissima la scelta di trasporre la vicenda (già abbastanza surreale di per sé) nella contemporaneità, anziché lasciarla ad inizio '900, come nell'originale; sia perché in un'ora e mezza il mutamento psicologico dei personaggi (assai evidente nel romanzo) risulta evidentemente piuttosto forzato, così come la critica sociale neanche troppo velata di certa spocchiosa nobiltà, ma anche dei "nuovi ricchi" che all'epoca della stesura del romanzo (fine anni quaranta), penso fossero in aumento. Fra l'altro, nel film i personaggi della famiglia Madellis (donna Leo a parte) sono davvero solo figurine di contorno, mentre nel romanzo hanno rilievo ben diverso Edo, il cugino di Carlotta ("che non mancava di un certo senso pratico", come Guareschi scrive sempre ogni volta che gli fa aprir bocca) e soprattutto Robinia, la cugina più anziana di Carlotta, che di fatto ne è una sorta di antagonista ed è divorata da una vera e propria passione per Camillo. Ripeto: come trasposizione del romanzo non è particolarmente riuscita; come passatempo per una serata non troppo impegnativa, va più che bene.
Molto belle le musiche di Trovaioli (sempre con quell'andamento melodico da Ciaikovski dei poveri che le rendono riconoscibilissime ed indimenticabili), mentre non si può non segnalare la pubblicità occulta copiosamente presente nel film: dalla marca di benzina della pompa di Camillo ("buon viaggio con TUTTOTOTAL" ricorrerà nel film almeno una diecina di volte...) ad una clamorosa mezza pagina di giornale che reclamizza a caratteri cubitali il famoso Rosso Antico, mentre zio Casimiro sta leggendo la notizia dell'arresto del sedicente barone Pancalli. Tuttavia, la pubblicità più divertente è quella che campeggia proprio nell'ufficio dello zio Casimiro: un maialino disteso su un'amaca e la seguente didascalia: "Sogno ogni notte di andare al macello, per diventar di Zanin un culatello"...
Scene madri: il matrimonio, con il prete che espone ai due sposini la formula da ripetere talmente sottovoce da lasciare Camillo interdetto; le due cene a casa Madellis (la prima con Giusmaria in lacrime... ); la lezione di ballo di Camillo al collegio...e per i maschietti, Carlotta innamorata che parla con la sua immagine riflessa allo specchio.
Infine, una piccola notazione: ma anche in un film decisamente per famiglie come questo (anche il livello del turpiloquio è insolitamente basso per una pellicola di quegli anni, fortunatamente), non si riusciva proprio a fare in modo che Silvia Dionisio non mostrasse le sue grazie ?
In caso di errore durante il login ("Il form inviato non è valido"), dovete cancellare tutti i dati del forum dalle impostazioni del vostro browser (cookies, dati, cache). Provate anche prima il "cancella cookie" che trovate in basso in tutte le pagine del forum (icona cestino se siete in visualizzazione mobile) e poi a cancellare dalle opzioni del browser. Chiudete le schede e riavviate. Se ancora non riuscite, non avete cancellato tutto (fate una prova da altro browser o dispositivo, vedrete che funziona).
Il marito in collegio
-
- Settantiano guru
- Messaggi: 1204
- Iscritto il: mar 11 apr 2017, 12:22
- galerius
- Settantiano VIP
- Messaggi: 4031
- Iscritto il: lun 21 ott 2013, 12:40
- Località: Luserna San Giovanni - TO
Re: Il marito in collegio
Devo avere intravisto proprio la sequenza coll'automobilista ( cui se non ricordo male capitano piccole disgrazie ) e la moglie insopportabile dall'accento subalpino imitato, al solito, in modo esasperato ( l'unico che rifaceva il nostro accento in maniera credibile al cinema era Carlo Croccolo ).
Ottima la disamina di Franz.
Però non mi viene ugualmente voglia di vederlo ; sono dell'idea - già espressa altrove - che nei '70 il cinema 'leggero' o di genere segni un regresso rispetto ai due decenni precedenti. E' tutto molto più meccanico e 'telefonato', oltre che visivamente povero...almeno, questa è la mia impressione.
Ottima la disamina di Franz.
Però non mi viene ugualmente voglia di vederlo ; sono dell'idea - già espressa altrove - che nei '70 il cinema 'leggero' o di genere segni un regresso rispetto ai due decenni precedenti. E' tutto molto più meccanico e 'telefonato', oltre che visivamente povero...almeno, questa è la mia impressione.
Attento, Black Jack, perché adesso ti tingo...sarebbe "ti tengo", ma è per far rima con...GRINGO...!
------------------------------------------
------------------------------------------