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Sbatti il mostro in prima pagina

Film, cast, attori e registi
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franz75
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Iscritto il: mar 11 apr 2017, 11:22

Sbatti il mostro in prima pagina

Messaggio da franz75 »

Ieri sera ho terminato di vedere sul tubo questo film del 1972.

Regia: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Sergio Donati, Goffredo Fofi
Musiche: Nicola Piovani

Personaggi ed interpreti:

Caporedattore Bizanti: Gian Maria Volonté
Vice Caporedattore: Jacques Herlin
Giornalista Roveda: Fabio Garriba
Montelli: John Steiner
Mario Boni: Corrado Solari
Rita Zigai: Laura Betti
Il bidello: Massimo Patrone

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Milano, 1972. Manca poco tempo alle elezioni politiche; in città divampano gli scontri fra opposte fazioni. Al quotidiano "Il Giornale" (non certo simpatizzante della sinistra), il redattore capo Bizanti, su suggerimento dell'Ingegner Montelli (che, si deduce, deve essere un personaggio molto influente nelle alte sfere), cerca di far recuperare voti ai partiti di governo, onde arginare l'ondata di contestazione montante, di destra e di sinistra. All'uopo, cade a fagiolo il caso della giovane studentessa Maria Grazia Martini, figlia di un "barone" universitario della facoltà di Medicina, violentata ed uccisa alla periferia della città in circostanze misteriose.
Utilizzando le loro entrature all'interno della Polizia e della Procura, Bizanti ed i suoi collaboratori riescono a scoprire il legame sentimentale fra la Martini e l'attivista di estrema sinistra Mario Boni. Ecco quindi l'occasione per provare a far accusare dell'efferato delitto il giovane; in questo anche inconsapevolmente aiutati da un'amante dello stesso Boni, la frustrata ed anarcoide professoressa Rita Zigai, più vecchia di lui, ma perdutamente inamorata.
In un caos prodotto ad arte di delazioni, montature mediatiche e titoloni ad effetto, sarà in realtà il giovane cronista Roveda a scoprire la verità (l'assassino della Martini è in realtà il bidello del suo liceo, mentalmente ritardato e psichicamente instabile), ma oramai la grancassa va battuta fino in fondo: Roveda verrà licenziato ed il "caso" rimarrà in prima pagina almeno fino al momento delle elezioni.

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Uno dei motivi per cui partecipo molto volentieri a questo forum, è che ho lo stimolo per andare a rivedere qualche film del decennio che era sepolto nei meandri della memoria. Ad esempio: questa pellicola l' avevo vista un'unica volta almeno una ventina di anni fa in tardissima serata (ergo penso fosse l'epoca beata in cui andavo all'Università e probabilmente il giorno successivo non avevo lezione). Ricordo che all'epoca mi aveva davvero entusiasmato, tanto è vero che ero rimasto incollato alla TV fino alla fine. Rivedendolo oggi, devo dire che il mio entusiasmo di allora scema di parecchio. A mio avviso, l'argomento trattato (la manipolazione dell'opinione pubblica e della mentalità dominante tramite gli organi di informazione) è di assoluto interesse ed è drammaticamente attuale pure oggi (mutatis mutandis la strepitosa lezione che Bizanti fa a Roveda sull'utilizzo del linguaggio "politically correct" è da manuale e la si potrebbe prendere di peso e trasferirla ai giorni nostri senza cambiare una virgola), ma temo che regista e sceneggiatore si siano fatti prendere un poco troppo la mano dall'animosità politica.
Nel senso che la trama è sicuramente avvincente, ma in certi punti un poco inverosimile. Ad esempio: Bizanti chiede apertis verbis alla Polizia di aspettare a rendere pubbliche le indagini su Boni, in modo da poter gonfiare ad arte il caso; oppure Roveda che da timido cronista, diventa d'amblé un difensore del giovane estermista su imbeccata di un collega che gli spiega quanto brutti e cattivi siano i suoi capataz del "Giornale" (a proposito: non c'è bisogno di dire che la creatura Montanelliana, nata se non ricordo male nel 1974, non c'entra nulla con il quotidiano nominato del film); o, infine, Bizanti in persona che si presenta a casa del vero colpevole ed a sganassoni gli fa confessare il delitto, chiedendogli poi omertà sulla questione. Oltretutto, in tutto il film spira un'aria di nichilismo che non risparmia nessuno: le istituzioni, la carta stampata, i "poteri occulti", perfino la vittima ed i suoi cinici genitori...e manco gli estermisti di sinistra che (non posso credere che Bellocchio e Fofi lo abbiano fatto senza volerlo, conoscendo le loro simpatie) sembrano tutti irrimediabilmente solo dei violenti e velleitari parolai (in questo senso, abbastanza impressionante la scena, ovviamente vera, dei funerali di Giangiacomo Feltrinelli che si vede all'inizio del film, con quell "Feltrinelli sarai vendicato" scandito dalla folla; nella scena che apre il film si vede invece una vera manifestazione di destra in cui si riconosce un giovane ma già tribunizio Ignazio La Russa arringare la folla degli astanti): emblematica la scena che chiude il film, dopo il funerale (celebrato in lingua italiana, ma ancora in versione "vetus ordo") della studentessa, con un canale cittadino invaso da liquami e rifiuti.
Ciò detto, il film si fa comunque vedere, oltre che per la non eccessiva lunghezza (neanche un'ora e mezza), anche per le grandi prove attoriali. Ottimi i comprimari (l'inquietante "burattinaio" di John Steiner, volto assai noto nei film del decennio; l'antipaticissimo e ghignante vice caporedattore di Jacques Herlin; il disturbante bidello del per me sconosciuto Fabrizio Patrone), come sempre da antologia la prova di Gian Maria Volonté, antipatico ben oltre il giusto e cinico in un modalità che va ben oltre il nichilismo. La palma di migliore in campo, però, secondo me gliela strappa una MONUMENTALE Laura Betti, strepitosa nella piccola parte della tardona passata di cottura, che vive la sua pasisone travolgente per Boni in modo addirittura morboso.
Scene madri del film: la già citata lezione sul linguaggio da usare che Bizanti dà a Roveda; la scena fra Bizanti e la moglie che assiste al dibattito televisivo registrato a cui interviene il marito (la faccia schifata di Volonté è da brividi: "CRETINA CRETINA CRETINA ! MA QUANDO IMPARERAI A DISTINGUERE CIO' CHE SI PENSA DA CIO' CHE SI DICE???"); il terribile confronto in Questura fra la Zigai ed i giovani attivisti di sinistra compagni di Boni.
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Insight
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Re: Sbatti il mostro in prima pagina

Messaggio da Insight »

Sì, Il Giornale nuovo di Montanelli arrivò nel 1974. Purtroppo non ho visto neanche questo film, ma da come l'hai raccontato e analizzato non deve essere male.
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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franz75
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Re: Sbatti il mostro in prima pagina

Messaggio da franz75 »

Non dei migliori di Bellocchio (regista che non ho mai troppo amato), ma sicuramente godibile.
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lespaul
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Re: Sbatti il mostro in prima pagina

Messaggio da lespaul »

Da vedere, dunque.
Quando faccio una cosa, mi piace farlO bene!
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Whiteshark
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Re: Sbatti il mostro in prima pagina

Messaggio da Whiteshark »

Non mancherò. Da non confondere con "Il mostro" con un grandissimo Johnny Dorelli.
Ultima modifica di Whiteshark il dom 3 dic 2017, 19:41, modificato 1 volta in totale.
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Re: Sbatti il mostro in prima pagina

Messaggio da KentoStraker »

quando Volonte trova il vero mostro la scena è memorabile ''tu non devi parlare non devi dire niente a nessuno'' 8-)
Base Luna chiama SHADO, SHADO chiama comandante Straker
Er Fibbia: scusi lei sarà un pò sordomuto ma non si meraviglia che ho fatto il pieno con
l'acqua? Giraldi: no perchè io il pieno lo faccio de stronzi
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franz75
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Re: Sbatti il mostro in prima pagina

Messaggio da franz75 »

Per chi non avesse mai visto questo film, stasera c'è l'occasione di vederlo: verrà trasmesso alle 21.10 su Cine34 (seguito da un film ancora più "importante": "La classe operaia va in paradiso" di Petri).
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Mauro Tozzi
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Re: Sbatti il mostro in prima pagina

Messaggio da Mauro Tozzi »

Lo stesso titolo del film è poi diventato una frase quasi proverbiale. ;)
Occhi di gatto, un altro colpo è stato fatto!

Per far vincere i cattivi, basta che i buoni non facciano niente.
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