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Il giocattolo (1979)

Film, cast, attori e registi
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franz75
Settantiano guru
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Iscritto il: mar 11 apr 2017, 11:22

Il giocattolo (1979)

Messaggio da franz75 »

Regia: Giuliano Montaldo
Sceneggiatura: Sergio Donati, Giuliano Montaldo, Nino Manfredi
Musiche: Ennio Morricone

Personaggi ed interpreti:
Vittorio Barletta: Nino Manfredi
Ada Barletta, sua moglie: Marlene Jobert
Nicola Griffo: Arnoldo Foà
Laura Griffo, sua moglie: Olga Karlatos
Patrizia Griffo, sua figlia: Pamela Villoresi
Sauro Civera: Vittorio Mezzogiorno
Il proprietario del poligono: Daniele Formica
Capo della spedizione punitiva: Mario Brega
Scopino del carcere: Carlo Bagno

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Vittorio Barletta è un oscuro travet che svolge mansioni più o meno lecite per conto dell’imprenditore Nicola Griffo, suo ex compagno di studi. Il suo squallido tran tran familiare viene scosso allorquando Barletta rimane vittima di una rapina in un supermercato.
Ferito ad una gamba, deve svolgere una lunga riabilitazione in palestra, nel corso della quale conosce il poliziotto Sauro Civera. I due diventano buoni amici, cosa che consente a Vittorio di evadere un po’ dalla routine dell’ufficio (dove nel frattempo Griffo, alle prese con una figlia viziata e ninfomane ed una moglie fedifraga ed ipocrita, ha approfittato del suo incidente declassandolo e riservandogli solo incarichi di scrivania), anche grazie ad alcune passioni comuni, come il western all’italiana.
Un giorno Sauro approfitta di mezza giornata di permesso per portare il convalescente Vittorio al poligono di tiro dove lui si allena. Con grande sorpresa del proprietario e dell’amico, Vittorio rivela un’innata abilità al tiro.
Vittorio, grande appassionato di orologi, inizia pian piano a cambiare hobby, dedicandosi appunto al tiro con la pistola: al poligono affina sempre più le sue capacità, fino ad ottenere la convocazione per una gara ufficiale. Decide allora di compiere il grande passo, acquistando un’arma “professionale” (fino a quel momento era in possesso solamente della vecchia pistola del suocero, un catenaccio inservibile), ma mentre ritorna a casa con il suo nuovo “giocattolo”, viene affrontato da due malviventi che lo malmenano e gli sottraggono il prezioso oggetto.
Venuto a conoscenza del misfatto, è Sauro a regalare una nuova pistola all’amico.
I due rinsaldano la loro amicizia: una sera, però, di ritorno dal cinema, si fermano in una pizzeria dove sta cenando un pericoloso ricercato. Sauro lo riconosce, ma il delinquente lo fredda prima che possa fare alcunché, scappando con un paio di avventori in ostaggio. Calmissimo, Vittorio estrae la pistola che portava con sé ed uccide il pregiudicato sparandogli alle spalle.
Da quel momento la vita di Vittorio cambia: viene intervistato dalla TV e dai giornali, ma ovviamente cade anche nel mirino dei complici del malvivente da lui ucciso. Le minacce e le intimidazioni si intensificano, fino a sfociare nella distruzione della sua automobile, parcheggiata sotto casa.
Ridotto ad usare il motorino per recarsi al lavoro, la vita di Vittorio subisce un ulteriore scossone, quando la moglie gli rivela di essere mortalmente malata e di prepararsi ad affrontare da solo o in compagnia di una moglie più “giusta” di quanto lei sia stata gli anni che gli rimangono da vivere. Disperato e continuamente minacciato (e nonostante una “promozione” a dirigente che Nicola gli promette, mirando soltanto ad estrometterlo dalla gestione degli affari più importanti), una sera Vittorio viene affrontato da una spedizione punitiva di malviventi che intendono fargli pagare in modo definitivo l’uccisione del loro capo.
Apparentemente ridotto all’impotenza ed in attesa di una probabile fine violenta, Vittorio estrae velocemente la pistola regalatagli dall’amico e rende innocui tutti i malviventi, ferendoli alle braccia ed alle gambe. Arrestato per eccesso di legittima difesa, Vittorio trascorre qualche giorno in carcere e viene poi rilasciato. La terribile esperienza vissuta lo ha oramai indurito, ma gli eventi precipitano: Patrizia Griffo, per vendicarsi del padre che la tiranneggia e convinta che Vittorio abbia una relazione adulterina con la madre, piomba a casa sua e lo seduce, approfittando del fatto che la moglie di Vittorio è oramai definitivamente allettata. Nicola, venuto a conoscenza del “tradimento”, licenzia il suo oramai ex-amico, costringendolo di fatto all’indigenza.
Deciso a vendicarsi per tutto ciò che ha passivamente subito in tanti anni, Vittorio si arma e parte alla volta della ditta di Nicola, ma la moglie, terrorizzata per la sua sorte, tenta di fermarlo, invano. Ada estrae allora da sotto le coperte la vecchia pistola del padre e lo ferisce mortalmente.

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Sono riuscito a vedere per intero questo film solo sul tubo, dato che in precedenza ero riuscito a vederlo solo dal momento immediatamente successivo all’uccisione del pregiudicato da parte di Vittorio (e mi mancava pertanto tutto l’antefatto).
Il film è interessante e tenta di analizzare la tematica (assai popolare in quegli anni) dell’”uomo della strada” vessato che tenta di farsi giustizia da solo. A mio avviso, il difetto maggiore della pellicola (peraltro assolutamente godibile, per una buona metà almeno) è quello di essere sempre in bilico fra il film di denuncia e la commedia, con Manfredi che è sicuramente adatto ad entrambi i registri, ma in qualche circostanza gigioneggia forse un po’ troppo.
Diciamo che il film regge benissimo fino al momento dell’arresto di Vittorio (specie nell’analisi della psicologia del protagonista che sembra ad un certo punto diventare schiavo del suo “giocattolo”), ma precipita abbastanza nell’inverosimile nel finale vagamente melodrammatico. Ciononostante resta memorabile una delle ultime battute di Vittorio/Manfredi”: “Ma te guarda…non riesco manco a morì ammazzato da un arma come si deve…”
Detto di Manfredi, ottime le prove di un grande Foà, perfetto nella caratterizzazione del finanziere egoista e spregiudicato e di una Pamela Villoresi superlativa nella parte di una vera e propria “bimbaminkia” ante litteram, antipatica all’eccesso. Notevoli anche Vittorio Mezzogiorno e tutta la banda dei caratteristi impegnati: dal vanesio Daniele Formica (che durante l’intervista della TV a Manfredi fa “ciao ciao” con la manina), a Mario Brega (che, ovviamente, è il capo dei malviventi che vogliono vendicarsi di Manfredi) al veneto Carlo Bagno (che nel nostro decennio era anche protagonista di uno splendido carosello della Milkana che, ahimè, sul tubo non si riesce a trovare in versione “single”).

Splendida la colonna sonora di Morricone, a metà fra i poliziotteschi di quegli anni e gli spaghetti western, più volte citati nel film (e come in "Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto" c'è un grande rilievo dato ad uno strumento solista).

In conclusione, un film che si lascia guardare, ma sicuramente inferiore a quel “Borghese piccolo piccolo” che nel cinema di quegli anni rappresenta un po’ la pietra del paragone per tutte le pellicole del genere.
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Whiteshark
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Re: Il giocattolo (1979)

Messaggio da Whiteshark »

Film a mio parere bellissimo, anche perchè a differenza dei vari "Il cittadino si ribella" non parla del cittadino come soggetto che vuole farsi giustizia da solo.
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