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Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Film, cast, attori e registi
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franz75
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Iscritto il: mar 11 apr 2017, 11:22

Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Messaggio da franz75 »

Regia: Vittorio Caprioli
Sceneggiatura: Vittorio Caprioli, Enrico Medioli, Bernardino Zapponi
Musiche: Fiorenzo Carpi

Personaggi e interpreti:

Alessio: Ugo Tognazzi
Mimmina: Jenny Tamburi
Il Commissario: Maurice Ronet
Bambola di Pechino: Vittorio Caprioli
Due ospiti en travesti alla festa di Madame Royale: Felice Musazzi/Tony Barlocco (I Legnanesi)

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Alessio, ex boy di Wanda Osiris, omosessuale, vive un'esistenza piuttosto grama, divisa fra il suo modesto lavoro di corniciaio presso un negozio di quadri e lo squallore di una vita quasi solitaria, allietata di tanto in tanto dai party en travesti che egli tiene nella sua abitazione, dove, da padrone(a) di casa, si fa chiamare Madame Royale.
Unico antidoto al triste tran tran è la presenza della terribile figlia di un suo ex mantenuto, Mimmina, che lo tratta più che da padre da fratello maggiore, procurandogli tuttavia non pochi grattacapi a causa della sua giovanile esuberanza.
Turbato per il brutale assasinio di un colonnello dell'esercito che usava prostituirsi come travestito sotto il nome di Tamara, Alessio deve fronteggiare una grana ancora peggiore, allorquando Mimmina gli confessa di essere incinta e di avere necessità di denaro per abortire. Orripilato dall'idea, il nostro si rifiuta.
Mimmina, procuratasi il denaro grazie ad alcune foto osé, viene tuttavia ridotta in fin di vita dalla mammana presso cui si è recata per abortire. Piantonata in ospedale ed a rischio di incriminazione per aborto clandestino, è passibile di qualche anno di carcere.
Un cinico commissario (da cui Alessio è evidentemente attratto) prospetta all'ex ballerino una possibile attenuazione dele conseguenze per la "figliastra" qualora Alessio si rendesse disponibile a collaborare con la polizia, sfruttando le conoscenza del suo "giro".
Alessio contribuisce così a sventare un traffico di riviste pornografiche ed a far arrestare un gruppo di falsari di quadri, di cui era peraltro buon conoscente. Licenziato dal mercante di quadri ("nel quartiere tutti sanno che sei una spia") ed abbandonato da tutti (Mimmina, evasa dal riformatorio, ha ottenuto la riabilitazione facendo a sua volta arrestare una compagna di evasione per droga, e sembra aver trovato un uomo che possa finalmente sistemarla), Alessio, dopo l'ultima soffiata (che fa sì che venga arrestato un suo ex datore di lavoro nel varietà per un giro di prostituzione), medita la fuga all'estero per sottrarsi alla vendetta di tutti coloro che sono stati da lui smascherati o danneggiati.
Vuole dare pertanto un'ultima festa di addio (una sorta di "abdicazione" di Madame Royale), ma al party non si presenta nessuno dei suoi amici di un tempo. L'unico ad arrivare è in realtà un sicario che, portatolo via con l'inganno da casa, porrà fine alla sua sfortunata esistenza.

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Piccolo gioiello di Vittorio Caprioli nelle vesti (non così consuete) di regista, leggo che il film è stato per anni una delle pellicole di culto della comunità omosessuale. Il motivo, onestamente, mi sfugge, dato che la rappresentazione filmica, per quanto fedele, non mi pare getti una luce particolarmente positiva sui cosiddetti "gay".
La pellicola avebbe funzionato perfettamente anche se Alessio fosse stato un alcoolizzato o un cocainomane.
In effetti, mi pare che quello di Caprioli sia uno studio (riuscitissimo) sull'emarginazione e sulla solitudine.
Da amante del melodramma ci vedo anche qualche analogia con il verdiano Rigoletto, anche lui un emarginato che vive solo per una figlia e diventa cattivo su una sollecitazione esterna.
Nel film funziona tutto alla perfezione, dalla strepitosa interpretazione di Tognazzi (qui alle prese con un ruolo tanto più profondo e tragico di quello assai più superficiale della "Cage aux Folles"), al contraltare del ripugnante commissario di un grandioso Maurice Ronet. Il cinismo del quale viene messo plasticamente in evidenza una delle scene più memorabili del film, quando, sullo sfondo di una delle delazioni di Alessio, si vede chiaramente, attraverso una finestra del commissariato, una violenza carnale in svolgimento, senza che il commissario faccia un plisset. Un autentico pugno nello stomaco.
Eccellente anche la prova di una sorprendente Jenny Tamburi, che immagino fosse al suo esordio cinematografico. Buone tutte le prove dei pesonaggi di contorno, compresi lo stesso Caprioli e due grandi attori dei famosissimi "Legnanesi", la storica compagnia di teatro tutta al maschile (ruoli femmiili compresi).
Incalzante ma nient'affatto memorabile la colonna sonora di Fiorenzo Carpi, eccezion fatta per la canzone acconciamente "brechtiana" che apre e chiude il film.
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Re: Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Messaggio da Insight »

Un film perfettamente in linea con una lunga tradizione cinematografica che collegava l’omosessualità per forza al torbido, al sordido e al tragico. Fino agli anni Ottanta-Novanta, se si escludono buffonate come “Il vizietto”, non si potevano vedere film a lieto fine sull’omosessualità. L’omosessuale, per quanto potesse essere (come in questo caso) fondamentalmente una buona persona (anche se, ovviamente, ricattabile), era condannato all’infelicità e moriva sempre tragicamente, possibilmente di morte violenta. Guai a vedere un omosessuale felice o almeno con una vita affettiva normale o che non avesse macchie da nascondere. Come mai? Lascio a qualcun altro la risposta (che io so già). Per parte mia, dico solo che poi, per fortuna, le cose sono cambiate (anche se non ancora abbastanza), anche al cinema. E non certo grazie a film come questo.
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Mauro Tozzi
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Re: Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Messaggio da Mauro Tozzi »

Non è uno dei film più famosi di Tognazzi, onestamente.
Occhi di gatto, un altro colpo è stato fatto!

Per far vincere i cattivi, basta che i buoni non facciano niente.
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hal9000
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Re: Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Messaggio da hal9000 »

Insight ha scritto: era condannato all’infelicità .
per quanto possa sembrare strano questa cosa mi venne detta proprio da un omosessuale dichiarato,
è morto alcuni anni fa ma prima tra gli anni 50 e 70 nel quartiere dove sono cresciuto era una personalità nota e stimata da tutti, mimo, ballerino, attore (lavorò per Strehler), cantante (spesso en travestì) gran barzellettiere, spiritoso ma serissimo in tutte le occasioni, era facile incontrarlo presso un bar dove intratteneva i clienti (che lo conoscevano tutti) fino a tarda notte, ma la sua serietà era tale che nessuno metteva in dubbio la sua rettitudine morale. Tanto per farvi capire chi era, quando mia madre che era di Roma ed ovviamente non sapeva chi era venne a Genova la prima volta incontrando mio padre con lei
fece finta di non conoscerlo per non fargli fare brutta figura. Purtroppo nacque troppo presto, se fosse arrivato 10 anni più tardi forse avrebbe fatto più carriera, per sua fortuna aveva un negozio di vernici,
che lo manteneva discretamente, famosa la sua battuta quando uno conosciuto comprava un barattolo di
pittura: (detto in genovese) vuole anche il pennello ? giocando sul doppio senso.
Un giorno che ero con una ragazza che abitava vicino a lui, ci prese un po' in giro come suo solito, poi
diventando estremamente serio, ci disse appunto qualcosa come "io non sarò mai felice". Il suo nome d'arte era Hermes Benny, quando morì IL SECOLO XIX gli dedicò un articolo.
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Re: Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Messaggio da Insight »

Non conosco la storia personale di questo Hermes Benny, ma io credo che nessun omosessuale sia mai stato infelice per il fatto in sé di essere omosessuale, come invece veniva rappresentato al cinema fino a qualche decennio fa, ma piuttosto per quell'assurdo e stupido senso di colpa che veniva ingenerato in lui dal contesto sociale in cui viveva, quando addirittura non veniva denigrato, dileggiato e perseguitato...
Ora, purtroppo, non è che queste cose non succedano più, ma per fortuna succedono di meno rispetto al passato.
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Re: Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Messaggio da Insight »

Dopo il triste filone cinematografico dell'omosessuale "maledetto", che viene sempre tragicamente e violentemente ucciso, finendo con la testa mozzata sotto un tram o linciato e fatto a pezzi (vedi il celebre "Improvvisamente, l'estate scorsa"), abbiamo assistito in anni più recenti (e purtroppo assistiamo ancora oggi) a una caterva di film in cui l'omosessuale viene rappresentato come una specie di "migliore amico dell'uomo normale", cioè un confidente delle donne, una persona estremamente sensibile, leale e simpatica. Uno a cui si può dire tutto, che tanto non si arrabbia mai, e anche molto saggio (chissà perché, poi) nelle questioni d'amore... Un vero strazio, insomma, quasi peggio dell'omosessuale maledetto.

La vera liberazione degli omosessuali, a mio parere, sarà quando, paradossalmente, non ci saranno più film sugli omosessuali, nemmeno quegli "impegnati", "militanti", perché non ce ne sarà più bisogno.
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Re: Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Messaggio da hal9000 »

Insight ha scritto:Non conosco la storia personale di questo Hermes Benny, ma io credo che nessun omosessuale sia mai stato infelice per il fatto in sé di essere omosessuale, .
guarda la cosa mi fece impressione perché aveva fama di essere uno che si godesse la vita, (a prescindere da tutto), ritengo che la frase fosse rivolta più che altro alla mia amica, che come dicevo essendo
sua vicina di casa lo conosceva meglio di me (io conoscevo il personaggio non l'uomo), lei mi raccontava come la chiamasse per mostrarle i vestiti (da donna) che si comprava e che lei in senso buono gli invidiava,
tendo comunque a ripetere come nel quartiere (parecchio grande) fosse stimato e benvoluto, ancora quando già aveva 90 anni non era strano vederlo chiacchierare al bar con i coetanei.
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Re: Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Messaggio da Insight »

Comunque, insomma, non è che si sia ammazzato, eh... Anzi, ha vissuto fino a novant'anni :)
Il fatto che avesse detto una volta che non sarà mai felice, è una frase che vuol dire tutto e niente. Poi vorrei vedere se esiste da qualche parte il suo contrario, cioè quello che è e sarà sempre felice... Io non ci credo, la maggior parte degli esseri umani secondo me è infelice e l'orientamento sessuale non c'entra.
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Re: Splendori e miserie di Madame Royale (1970)

Messaggio da barbatrucco »

Insight ha scritto:Un film perfettamente in linea con una lunga tradizione cinematografica che collegava l’omosessualità per forza al torbido, al sordido e al tragico. Fino agli anni Ottanta-Novanta, se si escludono buffonate come “Il vizietto”, non si potevano vedere film a lieto fine sull’omosessualità. L’omosessuale, per quanto potesse essere (come in questo caso) fondamentalmente una buona persona (anche se, ovviamente, ricattabile), era condannato all’infelicità e moriva sempre tragicamente, possibilmente di morte violenta. Guai a vedere un omosessuale felice o almeno con una vita affettiva normale o che non avesse macchie da nascondere. Come mai? Lascio a qualcun altro la risposta (che io so già). Per parte mia, dico solo che poi, per fortuna, le cose sono cambiate (anche se non ancora abbastanza), anche al cinema. E non certo grazie a film come questo.
Un'eccezione di notevole peso è rappresentata però da Una giornata particolare di Ettore Scola (bisogna dire che gli anni '70 del Maestro furono strepitosi) in cui, non a caso, la condizione di difficoltà del personaggio di Mastroianni è determinata soprattutto dal fascismo piuttosto che da una natura vissuta male di per sé - anzi, di suo Gabriele avrebbe una certa joie de vivre ed è chiaramente un personaggio positivo.
Resta di stucco, è un barbatrucco!
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