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Pink Floyd

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barbatrucco
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Re: Pink Floyd

Messaggio da barbatrucco »

"Fearless" è un altro pezzo incantevole, e se pensiamo che tra questa canzone e "One of These Days" c'è "A Pillow of Winds" mentre sul lato b c'è "Echoes", si sfiora il capolavoro.
Dico "si sfiora" perché invece il lato a si chiude con "San Tropez" e "Seamus", brani carini sì, il primo anche di una certa finezza musicale ed esecutiva, ma nettamente inferiori al resto e quasi dei pesci fuor d'acqua se non fosse per l'ottima produzione che riesce ad amalgamarli, sul piano del "sound", con le altre composizioni. Prova, forse, dell'iniziale impasse creativo dei quattro poi felicemente superato una volta messisi al lavoro (lo stesso Gilmour, a distanza di anni, ha definito "One of These Days" il pezzo più collaborativo che abbiano mai realizzato), ma evidentemente non privo di qualche marginale conseguenza.

Ultima modifica di barbatrucco il gio 3 set 2015, 0:46, modificato 1 volta in totale.
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Whiteshark
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Re: Pink Floyd

Messaggio da Whiteshark »

In effetti "Saint Tropez" è poco più di un divertissement, certo non all'altezza delle produzioni PF.
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barbatrucco
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Re: Pink Floyd

Messaggio da barbatrucco »

Canzone fra l'altro al centro di una storiella tipicamente italiana secondo cui vi sarebbe stata citata Rita Pavone :eek:
Leggenda metropolitana nata proprio nel Decennio a causa di una trascrizione errata dei testi floydiani prodotta e pubblicata in Italia e resa possibile, oltre che dalla mancanza per molto tempo di un testo ufficiale, anche da orecchie evidentemente foderate di prosciutto perché come si fa, presumendosi un'accettabile conoscenza dell'inglese, a scambiare "making a date for later by phone", cioè "fisso un appuntamento per dopo via telefono" con "fisso un appuntamento con Rita Pavone"?! Il nome "Rita" esiste anche nel mondo anglosassone ed è pronunciato non molto diversamente che in italiano, e "Pavone" un madrelingua inglese lo leggerebbe presumibilmente come "Pavòn", non certo "Baffòn" :lol:
Lei stessa, magari in buona fede almeno all'inizio e forse non volendosi arrendere ad essere rimasta "solo" un'icona popolare degli anni '60 (come fosse una pazziella, visto che se la ricordano tutti compresi quelli che non c'erano) ha provato per diverso tempo ad alimentare questa storia raccontando di improbabili incontri con i Pink Floyd durante gli anni '70, ma con dettagli cronologici che facevano acqua da tutte le parti. Poi può darsi ci sia un fondo di verità su questi presunti incontri, ma ciò non cambia nulla sull'inesistenza della citazione. Una storia buffa, se non altro, da ridere o da piangere a seconda dei punti di vista :mrgreen:

Ultima modifica di barbatrucco il dom 6 set 2015, 2:06, modificato 2 volte in totale.
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Re: Pink Floyd

Messaggio da barbatrucco »

1972 - Obscured by Clouds

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Mentre sono già al lavoro per il nuovo album, i Pink Floyd vengono ricontattati da Barbet Schroeder, con cui già avevano collaborato nel 1969 per il film "More", perché realizzino la musica di "La Vallée", sua nuova fatica.
Se per "More" avevano registrato a Londra e ci avevano messo tre giorni, stavolta si recano in Francia, presso gli studi del castello di Hérouville, e ci impiegano due settimane, una prima e l'altra dopo il tour giapponese intrapreso tra il febbraio e l'aprile di quell'anno. Nient'altro che un disco su commissione, apparentemente poco significativo nella carriera del gruppo, ma come "More" ha un buon successo, soprattutto in Francia dove arriva primo in classifica (l'altra colonna sonora, che li elevò a divi in quel d'oltralpe, si "fermò" al secondo posto) ed è interessante perché, come "More", contiene diversi brani "di genere" con una "struttura canzone" più lineare e "pop", con nuove incursioni nell'hard-rock ("The gold it's in the...") come già era accaduto nella precedente collaborazione, ma in forma meno ruvida e più rock and roll che in quell'esperienza, e anche stavolta con alcuni brani più floydiani, in cui però certe suggestioni orientali o vagamente ecclesiastiche dei primi anni appaiono ormai superate o comunque piuttosto sullo sfondo. In particolare il quasi medley" "Obscured by clouds/When you're in" sarà suonato per un certo periodo, più o meno fino al '73, in apertura ai loro concerti, mentre "Mudmen", sorta di variazione strumentale dell'altro brano "Burning Bridges", contiene un magnifico assolo di Gilmour probabilmente eseguito con un lieve effetto "fuzz", in assoluto uno dei migliori del chitarrista specie tra quelli più melodici, e con una suggestiva prestazione d'insieme da parte dei compagni di band e in particolare di Mason, solenne e cristallino.
Un brano come "Childhoods'end" dello stesso Gilmour è interessante come testimonianza della coeva composizione del successivo album ufficiale, date certe similitudini strutturali, ma il brano più noto, oltre ai titoli di testa quasi omonimi all'album, è sicuramente la ballata "Stay" di Richard Wright che fu scelta come lato b del singolo americano "Free Four", sempre tratto dal film (uno dei primi brani di Waters a far riferimento alla figura del padre morto nella Seconda Guerra Mondiale e il primo ad ottenere negli USA una certa programmazione radiofonica dai tempi di "See Emily Play"). Da segnalare anche l'altra ballata "Wot's... Uh The Deal", recentemente ripresa da Gilmour nei suoi tour.
Come scritto all'inizio un lavoro su commissione, forse non indispensabile, ma complessivamente valido e interessante nella sua quasi atipicità rispetto al canone Pink.

Ultima modifica di barbatrucco il mer 21 ott 2015, 14:42, modificato 3 volte in totale.
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Re: Pink Floyd

Messaggio da barbatrucco »

barbatrucco ha scritto:il quasi medley" "Obscured by clouds/When you're in" sarà suonato per un certo periodo, più o meno fino al '73, in apertura ai loro concerti
Eccone una testimonianza audio dal concerto tenutosi a Londra, Earls Court, il 19 maggio 1973.
Si tratta di una versione estesa, con una "intro" molto lunga e d'atmosfera, e la durata complessiva e più che doppia rispetto ai cinque minuti e mezzo dell'album.
Trattandosi di un bootleg la qualità non è eccezionale, ma risulta accettabile e si tratta comunque di un magnifico documento em_ok2

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Re: Pink Floyd

Messaggio da barbatrucco »

barbatrucco ha scritto: Se per "More" avevano registrato a Londra e ci avevano messo tre giorni, stavolta si recano in Francia, presso gli studi del castello di Hérouville
Ed ecco uno speciale della tv francese sul film e la registrazione della colonna sonora:



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ataru
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Re: Pink Floyd

Messaggio da ataru »

barbatrucco ha scritto:E soddisfiamo le attese parlando finalmente della discografia pinkfloydiana dei seventies 8-)

1970 - Atom Heart Mother

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I Floyd inaugurano il Decennio in grande stile con un album che è giustamente considerato tra i loro più grandi classici, un'icona degli anni '70 fin dalla celebre e singolare copertina. L'idea su cui è centrato nasce da un giro di chitarra di Gilmour che dà a tutti l'impressione di essere perfetto come tema per un film western. I quattro hanno già avuto importanti esperienze nella composizione di musiche da film, e sono giusto reduci da quelle realizzate per Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni con le quali entrano, a buon diritto, nella storia della cinematografia.
Pensano quindi, dopo aver lavorato alla struttura di un pezzo incentrato su quel giro, che sarebbe bello rivestirlo di archi, fiati, cori, dandogli un'impostazione classicheggiante e da musica per il grande schermo, ma per questo gli serve un esperto. Chiamano così Ron Geesin, musicista "colto" con cui Roger Waters aveva poco prima collaborato per la colonna sonora dello strano film documentario The Body, il quale, in parte raccogliendo qualche input da parte di Gilmour per le melodie e con una limitata, causa tour americano, collaborazione degli altri membri, specie di Wright per la direzione dei cori, compone l'arrangiamento orchestrale della suite destinata a coprire l'intero lato a del disco per una durata di quasi 24 minuti. Il titolo definitivo lo trova Waters riprendendo quello di un'articolo di cronaca su una donna incinta cui è stato applicato un pace-maker ad energia nucleare, mentre la copertina, opera dell'ormai fidato Storm Thorgerson dello studio Hipgnosis, viene scelta tra un paio di altre possibilità, ugualmente ispirate al suggerimento del gruppo su un'immagine il più possibile ordinaria. Nonostante la band esprimerà sempre perplessità sulla resa finale della suite, data la fretta con cui fu realizzata sotto le pressioni della casa discografica, ascoltata a distanza di oltre quarant'anni resta di grande suggestione e piacevolezza e, fin da subito, colpì il pubblico contribuendo a fare ancor oggi di "Atom Heart Mother" uno dei loro dischi più famosi, da molti considerato il "la" alla stagione del rock "sinfonico" e una perla del "progressive". Anche il lato b, con le punte di diamante "If", delicata ballata acustica scritta da Waters e incentrata sul tema, che diventerà caro alla band, della follia, e "Summer 68" scritta da Wright, costruita sulla melodia del canto di protesta del maggio francese "Chacun de vous est concerné" con reminescenze tra il jazz, la classica e i Beach Boys, contribuisce alla creazione di una speciale atmosfera pastorale ma allo stesso tempo proiettata nel futuro, dolce e con appena qualche momento inquieto, avvertibile fin dal magnifico contrasto tra la placida immagine di copertina e l'epica fantascientificità del titolo.



Se ne parla anche qui: http://www.anni70.net/forum/viewtopic.p ... art+mother
Fu lo stesso Gilmour a definire Atom Heart Mother, una volta spogliato dalle pomposità orchestrali, "...un tema da film western con sequenza d'accordi..." ed aggiunse anche che il "problema" principale che il quartetto attribuì all'opera non fu tanto la fretta con cui sarebbe stato realizzato (anche a me non sembra un prodotto raffazzonato, anzi tutt'altro) ma il fatto che in quel periodo, a suo dire, i Floyd stessero un pò raschiando il fondo del barile e si trovassero in una relativa stasi creativa. Per inciso aggiungerei che ho sempre ritenuto un peccato che quel capolavoro che è la suite/title-track non sia mai più stata eseguita dal vivo dopo la tournée di promozione al disco: l'ultimo tour mondiale dello stesso Gilmour si chiude con il maestoso concerto di Danzica accompagnato dall'Orchestra Filarmonica del Baltico e questa sarebbe stata una solenne occasione per riproporre live questo capolavoro, cosa purtroppo non avvenuta, un vero peccato considerando anche il momento di forma eccellente di Wright. em_band
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Re: Pink Floyd

Messaggio da ataru »

barbatrucco ha scritto:1971 - Meddle

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Dopo l'intenso tour di "Atom Heart Mother", che in alcune date vede la presenza di un'orchestra e di un coro per eseguire propriamente la suite omonima, i Pink Floyd tornano negli studi di Abbey Road a corto di idee, esausti dopo il notevole sforzo creativo del "disco della mucca" e la serie di date che li hanno portati fin negli States.
Urge correre ai ripari e, forse memori dell'esperienza del "disco due" di "Ummagumma", dapprima ognuno comincia a lavorare separatamente su qualche vago spunto, ma registrando di seguito a ciascun compagno i propri provini senza sapere che ha fatto l'altro, poi, una volta accumulatosi materiale sufficiente e seguendo l'esempio del precedente lavoro, cominciano a lavorare a una nuova suite destinata anche questa a coprire un'intera facciata del nuovo album. La creatività si sblocca, si sperimentano nuovi suoni tanto per la suite quanto per i pezzi di durata ordinaria che nel frattempo cominciano a venir fuori: per la prima Roger Waters suggerisce a Rick Wright di filtrare il pianoforte attraverso un Leslie, il particolare sistema di amplificazione dell'organo Hammond che, attraverso una ventola a velocità regolabile, genera un caratteristico effetto di tremolo, mentre David Gilmour espande le possibilità della sua chitarra, in cui già è valente, imparando a padroneggiare un effetto eco a nastro della Binson e inventandosi effetti sonori come l'imitazione del verso del gabbiano attraverso un particolare gioco tra chitarra e pedale "wah wah"; l'eco a nastro si rivela poi decisivo per comporre, sempre collettivamente, il brano che andrà ad aprire l'album, grazie all'idea di Waters di accoppiarlo al suo basso. Prende a suonarvi per gioco, e per vedere l'effetto che fa, un ritmo ternario preso in prestito dal tema del popolarissimo serial di fantascienza "Doctor Who".
Il risultato è spettacolare e innovativo: con l'apporto dei compagni, nasce "One of These Days" che diventerà uno tra i pezzi più popolari della band, pubblicato anche su 45 giri in America e in Italia.
Il grido distorto e rallentato "one of these days I'm going to cut you into little pieces" ("uno di questi giorni ti farò a pezzettini") è di Nick Mason, e si dice destinato, più o meno scherzosamente, al dj della BBC Jimmy Young, non è chiaro se per reazione a qualche parere negativo o per una tendenza a balbettare a lungo andare esasperante. Fatto sta che dal vivo, in qualche occasione, il brano sarà accompagnato da un collage nonsense e umoristico di alcuni suoi interventi radiofonici.
La suite, invece, prende il titolo di "Echoes", il cui testo, che nella versione originaria parlava di spazi siderali, viene poi modificato da Waters nel suo esatto contrario, citando "labirinti di caverne corali" opposti all'immagine di un albatro immobile sospeso nell'aria tra "echi di un tempo distante".
I Pink Floyd continuano a viaggiare, ma da tempo non è più un viaggio favolistico o galattico, quanto nella mente e nello sgomento delle sue profondità. L'immagine di copertina, non immediatamente percettibile alla vista, dell'orecchio immerso nell'acqua, è quanto mai descrittiva e appropriata.

Ho sempre considerato Meddle di gran lunga l'album più lisergico dei Floyd. Pezzi come One of this days o A pillow of winds sono psichedelia pura per non parlare della suite che occupa il lato b, non solo riguardo la musica ma anche il testo davvero evocativo seppur breve in rapporto alla durata del pezzo: solo tre strofe. Siamo in una fase dove il gruppo lavora ancora abbastanza unito e l'apporto (fondamentale) di Wright è facilmente percettibile; tale fase proseguirà almeno fino alla metà del Decennio, dopodichè si passerà da un sound più "etereo" e sognante ad uno più duro e graffiante di marca watersiana, ma di questo credo si parlerà nelle prossime puntate... em_drinks
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Re: Pink Floyd

Messaggio da barbatrucco »

ataru ha scritto:
Fu lo stesso Gilmour a definire Atom Heart Mother, una volta spogliato dalle pomposità orchestrali, "...un tema da film western con sequenza d'accordi..." ed aggiunse anche che il "problema" principale che il quartetto attribuì all'opera non fu tanto la fretta con cui sarebbe stato realizzato (anche a me non sembra un prodotto raffazzonato, anzi tutt'altro) ma il fatto che in quel periodo, a suo dire, i Floyd stessero un pò raschiando il fondo del barile e si trovassero in una relativa stasi creativa.
Considerato che lo stesso problema si ripresentò subito dopo con "Meddle" e quello che ne è venuto fuori in entrambi i casi, ce ne fossero di queste stasi creative :mrgreen:
E' chiaro che soprattutto con "Atom" le cose rischiavano di finire in vacc... ehm, sì, non bene dato che dovettero ricorrere a un aiuto esterno, del resto era indispensabile vista la piega che loro stessi avevano deciso di dare a quell'idea di Gilmour in effetti molto semplice, ma azzeccatissima.
ataru ha scritto:Per inciso aggiungerei che ho sempre ritenuto un peccato che quel capolavoro che è la suite/title-track non sia mai più stata eseguita dal vivo dopo la tournée di promozione al disco: l'ultimo tour mondiale dello stesso Gilmour si chiude con il maestoso concerto di Danzica accompagnato dall'Orchestra Filarmonica del Baltico e questa sarebbe stata una solenne occasione per riproporre live questo capolavoro, cosa purtroppo non avvenuta, un vero peccato considerando anche il momento di forma eccellente di Wright.
Davvero un'occasione persa, sono d'accordo, che se colta avrebbe elevato ancor più, anche su un piano storico oltre che musicale, il "maestoso concerto". D'altra parte lo stesso Gilmour ha avuto a lungo problemi con "Echoes", che invece ha ripreso in questi anni ad eseguire dal vivo, il che è tutto dire.
Mi sembra tuttavia che per un singolo evento si sia unito a Geesin nell'esecuzione al gran completo della suite di "Atom Heart Mother", anche se farlo con Wright avrebbe nobilitato ancor più la serata.
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Re: Pink Floyd

Messaggio da Betelgeuse »

Allora... em_fischia
Considero i Pink Floyd un gruppo che definire fondamentale, nella storia delle 7 note, è poco.
Però:
- Poiché nelle mie gerarchie di gradimento ci sono prima altri nomi ( Genesis, Deep Purple, PFM, Orme, Battiato, Beatles, Led Zeppelin ), forse non mi posso definire un loro cultore, né tantomeno un esperto
- Poiché, pur conoscendo la loro discografia, ci sono alcuni brani/alcune parti/alcuni frammenti della loro vicenda artistica che mi sfuggono.
- Poiché la competenza di barbatrucco e ataru in materia è sicuramente apicale
per questi 3 motivi ritengo di avere poco da aggiungere a quanto è già stato detto e analizzato.

Ricordo peraltro che per ora, i Pink Floyd sono al primo posto nel referendum di Anni 70.net, che ho l'onore di curare: http://www.anni70.net/forum/viewtopic.php?f=38&t=927

Ecco comunque i miei voti ai loro albums in studio: per commentarli eventualmente ci sarà tempo

1967 – The Piper at the Gates of Dawn: voto 10
1968 – A Saucerful of Secrets: voto 8,5
1969 – More: voto 6,5
1969 – Ummagumma (studio, disco 2): voto 7,5
1970 – Atom Heart Mother: voto 7,5
1971 – Meddle: voto 7
1972 – Obscured by Clouds: voto 6
1973 – The Dark Side of the Moon: voto 8
1975 – Wish You Were Here: voto 9
1977 – Animals: voto 6
1979 – The Wall: voto 7,5
1983 – The Final Cut: voto 7
1987 – A Momentary Lapse of Reason: voto 8
1994 – The Division Bell: voto 6
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