Antonello Venditti

[Insight]

Quindi, insomma, un comunista non puo' bere champagne...Meno male che io non sono un comunista, cosi' posso bere quello che voglio, anche un Dom Perignon d'annata,, anche se non ho i milioni di Venditti e De Gregori

[Gius]

Quindi, insomma, un comunista non puo' bere champagne...Meno male che io non sono un comunista, cosi' posso bere quello che voglio, anche un Dom Perignon d'annata,, anche se non ho i milioni di Venditti e De Gregori

Uhm, non sono in grado di sciorinarti dettagliatamente i pensieri di Marx e Lenin, ma dubito fortemente che l'ostentazione di ricchezza e lusso fine a se stessa facciano il paio con dette filosofie. Poi, ovviamente, ognuno si comporta come crede, e gli ormai ex acquirenti o ex estimatori dell'artista, anche.
Ho visto in concerto Venditti una volta sola (se escludiamo la sua partecipazione al Concerto per Demetrio Stratos, dove cantò Bomba o non bomba) ed era il periodo Sotto il segno dei pesci, quindi non ho constatato di persona il cambiamento dell'atteggiamento in concerto e non c'erano slogan per strappare l'applauso facile facile. Bel concerto, a parte il bassista degli Strada Aperta che ha fatto ritardare l'inizio causa la sua imbarazzante incapacità di accordare lo strumento (uno splendido Fender Precision, tra l'altro). Boh, visto che eravamo a Porto Recanati e a 150 metri dalla spiaggia, avrà patito la salsedine.
Comunque è palese che molti di questi presunti cantori della sinistra hanno cavalcato l'onda del momento, Bennato ad esempio dopo la Torre di Babele si è adattato subito e si è messo a "favoleggiare" (con ottimi risultati, direi, almeno per un po'), anche se (ribadisco) sicuramente Venditti dorme tranquillo anche senza il mio consenso.
Ma se entriamo nel merito degli artisti italiani che non seguo più da ormai un terzo di secolo, la lista è lunghissima.

[Insight]

Me li vedo Marx e Lenin a bere questo vino morchioso insieme ai minatori, specialmente Lenin quando viveva a Parigi...

[Gius]

Me li vedo Marx e Lenin a bere questo vino morchioso insieme ai minatori, specialmente Lenin quando viveva a Parigi...

Questa non era male.

Ma è chiaro che per fare proseliti, i cantautori "impegnati" puntavano sul lato proletario della faccenda, giusto per far capire ai fruitori che erano "uno di loro".
E ovviamente "loro" ci cascavano.
Un artista molto particolare di Milano, uso a scrivere negli anni '70 (ma guarda un po') sui marciapiedi le sue riflessioni, aveva colto il segno con la frase "Popolo bue".

Non vorrei peccare di superbia ma, al Festival del Proletariato svoltosi presso il Parco Lambro (anno 1975), posso dire che non mi sono voluto allineare al retorico pugno alzato, come quasi tutti intorno a me, a seguito di un discorso molto "proletario e di sinistra".
Ancora adesso cerco di pensare con la mia testa, anche se a volte mi viene l'emicrania.

[Insight]

Scherzi a parte, per come la vedo io, la Canzone d'Autore, "impegnata", e' un genere musicale (che peraltro non e' nato nemmeno in Italia), in cui molti giovani si sono riconosciuti, che ha accompagnato la loro vita e che e' stato socialmente, oltre che artisticamente, importante.

Poi importa poco se gli Autori ci credessero veramente o se lo facessero solo per opportunismo...

Anche molti pittori del Rinascimento dipingevano soggetti sacri solo perche' il committente (che era la Chiesa) li pagava profumatamente...Poi nella loro vita privata non erano nemmeno credenti, erano "epicurei" e ne combinavano di cotte e di crude...Un esempio eclatante fu Raffaello, che dipinse splendide Madonne ma che pare fosse morto per aver abusato del "bunga -bunga"...
Ma questo toglie qualcosa alla grandezza della sua opera? Io credo di no.

Un' opera d'arte, sia essa un dipinto, una scultura, una poesia, un romanzo o una canzone, una volta creata in un certo senso "si distacca" dal suo Autore e diventa "di tutti", non e' più importante sapere nemmeno chi sia il suo Autore, figuriamoci se conta qualcosa la coerenza del suo comportamento rispetto all'opera che ha creato, che ormai vive di vita propria... Secondo me non ha nessuna importanza.

[Whiteshark]

Bel concerto, a parte il bassista degli Strada Aperta che ha fatto ritardare l'inizio causa la sua imbarazzante incapacità di accordare lo strumento (uno splendido Fender Precision, tra l'altro). Boh, visto che eravamo a Porto Recanati e a 150 metri dalla spiaggia, avrà patito la salsedine.

Si sta sicuramente parlando di Marco Vannozzi, Fenderista da sempre (anche col Fender jazz). Decisamente, Venditti ha tratto grande giovamento nel cambio con Fabio Pignatelli, ex-Goblin ed ex-Rickenbacker 4001, passando poi per Fender jazz, Yamaha BB5000, Steinberger ed ora Frudua Slave.