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Il caso Seveso. Era un caldo sabato di luglio

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Insight
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Iscritto il: lun 4 nov 2013, 17:20

Il caso Seveso. Era un caldo sabato di luglio

Messaggio da Insight »

Sabato 10 luglio 1976, bassa Brianza. Poco dopo mezzogiorno, nella fabbrica ICMESA di Meda, si verifica un incidente: una nube si riversa sul territorio di Seveso e nei comuni limitrofi, e fa morire in pochi giorni animali e piante, oltre a provocare danni gravi alla salute delle persone. La popolazione vive ore di angoscia, poi arrivano le prime ammissioni degli esperti: la nube contiene diossina, una sostanza ancora poco studiata ma fra le più tossiche al mondo…

Francesca Così, Alessandra Repossi e Sara Antonellini, giovani scrittrici e giornaliste (l’ultima, fumettista), hanno pubblicato nel 2016, per la casa editrice Becco Giallo, un bellissimo volume a fumetti in cui ripercorrono, quaranta anni dopo, i drammatici avvenimenti di Seveso.

Immagine
Preceduto dalla testimonianza diretta di Massimiliano Fratter, socio del circolo Legambiente “Laura Conti Seveso”, che quel caldo sabato di luglio era un bambino e che non potrà mai dimenticare il lugubre fischio dell’allarme e l’odore insopportabile che si propagò subito dopo nell’aria, il libro racconta poi, con la tecnica del fumetto, l’intera vicenda, partendo dall’incidente dentro la fabbrica (dovuto al surriscaldamento incontrollato di un reattore), mostrando i primi effetti dell’intossicazione, la paura che si diffuse tra la gente, il lungo silenzio e le menzogne dei dirigenti della fabbrica e delle istituzioni…

Fino alle prime dichiarazioni ufficiali, ai bambini colpiti dalla cloracne, all’evacuazione e alle operazioni di bonifica…

Per arrivare, infine, alla lunga vicenda processuale e agli effetti “a lungo termine” del disastro ambientale…

Facendo un salto in avanti di molti anni, il libro nelle ultime pagine mostra come oggi, al posto della zona maggiormente contaminata dalla diossina, sorge un bellissimo parco, con un bosco di querce e con l’unica pianta sopravvissuta alla nube tossica, denominata “Il Grande pioppo”: una specie di “albero della memoria”, per non dimenticare…

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Un libro importante e semplicissimo da leggere. Le tavole dei fumetti, disegnate in modo molto realistico, rendono la narrazione ancora più toccante e angosciante, se possibile, di quanto non lo sarebbe utilizzando il linguaggio scritto.
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Sul caso Seveso, vedi in questa sezione anche “Una lepre con la faccia di bambina” di Laura Conti. Oltre, naturalmente, alla discussione nella sezione Cronaca.
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie
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