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Conversazioni con Danilo Dolci

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Conversazioni con Danilo Dolci

Messaggio da Insight »

Danilo Dolci, sociologo, pedagogista, poeta e grande militante della nonviolenza, noto con il soprannome di “Gandhi italiano”, spese tutto il suo impegno civile e politico a favore delle popolazioni più povere della Sicilia.

Lo storico e saggista Giacinto Spagnoletti lo incontrò più volte e lo intervistò, registrando le conversazioni con un magnetofono. Dal materiale raccolto nacque un interessantissimo libro, pubblicato nel 1977.
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Il libro, che corrisponde alla trascrizione delle interviste, ripercorre la vita e l’opera di Danilo Dolci fino al 1975.

Nato nel 1923 a Sesana, un piccolo paese nelle vicinanze di Trieste (che attualmente si trova in Slovenia), Danilo Dolci, dopo aver vissuto e studiato a Milano e a Roma, si trasferì all’inizio degli anni Cinquanta a Trappeto, in provincia di Palermo, e da qui iniziò il suo impegno a favore della popolazione di quel paese, che viveva in condizioni di estrema indigenza.

La prima iniziativa fu quella di uno sciopero della fame attuato per protesta in seguito alla morte per denutrizione di un bambino. Così facendo, Dolci, supportato da altri volontari pronti a digiunare insieme a lui, ottenne per la prima volta l’attenzione della stampa e provocò l’intervento delle autorità, che iniziarono opere di risanamento e bonifica nella zona di Trappeto.

Da allora la lotta non violenta di Danilo Dolci non si fermò più e anzi conobbe proporzioni sempre più vaste. Altra importantissima conquista, ottenuta sempre con il metodo non violento (digiuni, scioperi, denunce, manifestazioni e marce pacifiche) fu la costruzione della diga sul fiume Jato, che migliorò notevolmente le condizioni di vita della popolazione di Partinico, un altro paese che si trova nei pressi di Palermo.

Molto particolare e innovativo, come strumento di lotta non violenta da lui introdotto, fu quello del cosiddetto “sciopero alla rovescia”, che consisteva nell’organizzare attività lavorative facendovi partecipare i disoccupati, ad esempio nella costruzione di strade comunali, supplendo così all’inerzia della pubblica autorità.

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Danilo Dolci non si limitò a lottare per il miglioramento delle strutture e delle condizioni di vita degli abitanti di Trappeto e Partinico, ma denunciò anche la pesca di frodo e le infiltrazioni mafiose, e fu in pratica il primo a segnalare la connivenza fra Stato e Mafia.

Incessante fu il suo impegno anche nel campo della cultura e dell’educazione, attraverso la creazione di centri di studio, scuole e biblioteche, e mediante l’applicazione del c.d. “metodo maieutico”, che prevede il coinvolgimento attivo e diretto dei bambini e dei ragazzi nelle attività di studio e di apprendimento.

Numerosi furono i riconoscimenti per la sua opera, ma anche, purtroppo, le vicende giudiziarie che videro coinvolti lui e i suoi più stretti collaboratori. Particolarmente clamoroso fu il processo cui fu sottoposto a causa della sua attività non violenta nel 1956 (quando Danilo Dolci venne persino arrestato), durante il quale testimoniarono a suo favore tante eminenti personalità del mondo della cultura.
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Lettura affascinante e scorrevole, fondamentale per conoscere l’importante figura di Danilo Dolci (scomparso nella “sua” Partinico nel 1997), che attraversò anche il nostro decennio.
Ultima modifica di Insight il lun 21 ott 2019, 17:44, modificato 1 volta in totale.
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Re: Conversazioni con Danilo Dolci

Messaggio da Whiteshark »

I fatti del 1956 diedero il la al libro forse più famoso di Dolci, ossia "Processo all'articolo 4". Dolci venne incredibilmente arrestato mentre guidava un gruppo di braccianti a lavorare nella Trazzera vecchia, una strada nei pressi di Partinico abbandonata all’incuria. Al commissario di polizia che era intervenuto per interrompere quello «sciopero alla rovescia», come venne chiamato, Dolci rispose che «il lavoro non è solo un diritto, ma per l’articolo 4 della Costituzione un dovere: che sarebbe stato, era ovvio, un assassinio non garantire alle persone il lavoro, secondo lo spirito della Costituzione». L’accusa era di occupazione di suolo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale e a Dolci e ai suoi venne negata la libertà provvisoria.
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Re: Conversazioni con Danilo Dolci

Messaggio da Insight »

Molto appassionante fu l'arringa pronunciata in sua difesa dall'avvocato Piero Calamandrei.

Dolci venne infine condannato per il reato di Invasione di terreni, ma gli venne riconosciuta l'attenuante dei motivi di alto valore morale e sociale. Fu condannato anche per Istigazione a delinquere, mentre fu assolto dall'accusa di Resistenza a pubblico ufficiale. La pena complessiva fu di un mese e venti giorni di reclusione, più una multa e un'ammenda. Fu concessa la sospensione condizionale e Dolci venne scarcerato dopo quasi due mesi di reclusione preventiva.
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Re: Conversazioni con Danilo Dolci

Messaggio da Insight »

Una bella poesia di Danilo Dolci...


Ciascuno cresce solo se sognato

C'è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c'è chi si sente soddisfatto
così guidato.

C'è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.

C'è pure chi educa, senza nascondere
l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.


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