Che in quei fatti vi fosse stata la mano di una parte deviata dello Stato, è ormai pacifico. Così come è ormai chiaro che i vertici della polizia milanese furono complici quanto meno nel depistaggio che fin da subito impedì la ricerca della verità su quegli atroci delitti.
Soltanto tre anni dopo (esattamente il 7 dicembre 1972), quando ancora polizia e magistratura seguivano la falsa pista anarchica della strage, Dario Fo e il Collettivo Teatrale “La Comune” misero in scena per la prima volta a Roma una commedia dal titolo molto eloquente: “Pum, pum! Chi è? La polizia!”. Il testo venne contestualmente pubblicato dalla casa editrice Bertani di Verona. Una seconda edizione, col testo aggiornato e leggermente modificato, uscì nel marzo del 1973.
La commedia, divisa in due atti, ripercorre in chiave farsesca quegli avvenimenti, con lo scopo dichiarato espressamente dall'Autore di “intervenire con uno spettacolo che sintetizzi tutto il processo in corso, tre anni di storia dello ‘Stato della strage’ e del suo nemico di classe, la classe operaia e i suoi alleati che, sia pure con lotte sostanzialmente spontanee, hanno determinato la rabbiosa reazione della borghesia italiana e del suo Stato”.
Sotto la farsa, dunque, il Collettivo Teatrale propone una lettura fortemente “marxistica” di quei tragici avvenimenti. La strage e i successivi delitti ad essa collegati (nei quali viene fatta rientrare anche la morte di Giangiacomo Feltrinelli avvenuta nel marzo del 1972) sono reazioni violente della borghesia che si sente accerchiata, nella lotta di classe, dal proletariato. Lo Stato borghese, ormai assediato, usa le bombe per reprimere le lotte dei proletari. E la polizia è il braccio armato di quello Stato, la mano violenta che esegue, reprime, ammazza, incarcera gli innocenti e depista per proteggere i colpevoli…
______________
La scena, in tutti e due gli atti della commedia, è ambientata niente meno che al Viminale, definito come l’“Ufficio degli affari riservati del Ministero degli Interni”. I personaggi sono un fantomatico “Dirigente Superiore” (impersonato dallo stesso Dario Fo), un “Dirigente Donna” (impersonato da Franca Rame), e poi via via altri Dirigenti denominati “I”, “II”, III”, etc, nonché il Coro, che accentua il carattere farsesco e grottesco della messa in scena.Non c’è una vera e propria azione e tutto si svolge nella stanza dell’ufficio. Soltanto il Dirigente Superiore è sempre nella stanza, mentre gli altri personaggi entrano ed escono continuamente, leggendo notizie, dispacci, veline, muovendosi in maniera concitata, come in una specie di balletto nevrotico…
Mano a mano che giungono le notizie, che sono prima quella della strage, poi quella della morte di Pinelli e dell’ingiusta incarcerazione di Valpreda, infine, nel secondo atto, quella del ritrovamento del corpo straziato di Feltrinelli, il Dirigente Superiore, agitatissimo, impartisce gli ordini e i contrordini, cercando di superare le obiezioni che gli vengono poste, le contraddizioni in cui cade, e incontrando l’approvazione del Coro…
Ordini, naturalmente, volti ad occultare la verità e a far ricadere tutte le colpe su anarchici e comunisti…
Una farsa, insomma, in cui i più alti funzionari dello Stato borghese, nel segreto di una stanza d’ufficio, si mostrano senza veli; ma mostrano soprattutto di essere in crisi di fronte all’impeto rivoluzionario della classe operaia. Ciò è detto chiaramente nelle battute finali della commedia, quando il II Dirigente grida in preda allo sconforto: “Datemi retta, qui si prospetta male, ve lo dico io! Non ci sono più né bombe, né aggressioni, né attentati sui treni che li fermino a questi…non li tieni più, non li spaventi più con niente”.
***
Un testo vivace, con battute brillanti e “illuminanti” in alcune sue parti. Ovviamente molto legato al suo tempo; oggi si può rileggerlo quasi come un “documento storico” e anche per ricordare l’inizio di quel lungo periodo di fatti tragici che hanno insanguinato il nostro Paese. Certo, vedere la commedia dal vivo, in quegli anni, dev’essere stata tutta un’altra cosa…______
Di Dario Fo vedi anche “Morte accidentale di un anarchico” viewtopic.php?f=43&t=1868