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La meccanica

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Insight
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La meccanica

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Romanzo breve di Carlo Emilio Gadda, scritto verso la fine degli anni Venti ma pubblicato per la prima volta soltanto nel 1970.

Ambientato durante il primo anno dell’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale, il romanzo si svolge in prevalenza a Milano, in parte sul fronte di guerra veneto, e infine si conclude a Vicenza.
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Il 4 ottobre 1915, a Milano, una bella ragazza di nome Zoraide riceve la visita in casa da parte di un certo Spartaco Pessina, detto Gildo, personaggio di malaffare, con precedenti penali per piccoli furti e ricettazione, cugino del marito di Zoraide, che invece si chiama Luigi Pessina, è un onesto falegname socialista ed è partito da poco per il fronte.

Gildo spera di ottenere alcuni favori da Zoraide: anzitutto, le chiede di intercedere presso la potente famiglia di industriali dove Zoraide lavora come pulitrice, per fare in modo che egli non sia chiamato alle armi. Oltre a questo, le chiede anche una somma di denaro in prestito. Zoraide, nonostante sia disgustata dal losco figuro che ha di fronte, cede alle sue richieste, anche perché Gildo usa velatamente il ricatto, facendole capire di essere al corrente che essa ha una relazione segreta con un giovane di nome Franco Velaschi, impiegato come meccanico in una fabbrica.

Durante la conversazione con Gildo, Zoraide viene a sapere che il suo amante è stato aggredito da un gruppo di operai socialisti nella fabbrica dove lavora ed è molto preoccupata per le sue condizioni, mentre non sembra importarle affatto di suo marito, che sta rischiando la pelle al fronte.

Nei successivi capitoli, vengono svelati gli antefatti. Zoraide ha conosciuto Luigi Pessina, un fervente socialista, per mezzo di alcuni amici comuni, nell’autunno del 1914 e si è presto fidanzata con lui. Nel gennaio del 1915, i due si sono sposati. Pochi mesi dopo, Zoraide ha conosciuto Franco Velaschi, è rimasta conquistata subito dal suo aitante aspetto ed ha iniziato una relazione extraconiugale con lui.

Franco, nonostante sia di famiglia ricca, figlio di un notaio, non ha voluto seguire le orme paterne. Avendo una forte passione per la meccanica (già quand’era ragazzino come passatempo riparava e costruiva motociclette), ha trovato impiego come meccanico in una fabbrica, nello stesso stabilimento dove lavora anche Gildo come tornitore, di proprietà della famiglia presso cui lavora Zoraide.

Anche Franco, come Gildo, è in realtà un “imboscato”, perché suo padre, grazie alle sue conoscenze influenti, è riuscito a fargli evitare la chiamata alle armi.
Il povero Luigi, invece, nel settembre del 1915 è stato arruolato nonostante alla visita medica militare gli sia stato riscontrato un inizio di tubercolosi. L’unico dei tre giovani che per le sue condizioni di salute avrebbe avuto diritto a non partecipare alla guerra è invece stato spedito al fronte contro il parere negativo dei medici. E per ironia della sorte, essendo socialista, egli è anche un neutralista, contrario alla guerra…

Dopo l’aggressione a Franco da parte di un gruppo di operai della fabbrica, il padre si convince che lo stabilimento industriale è un ambiente pericoloso per suo figlio e che tutto sommato forse è meglio che egli venga arruolato nelle forze armate, naturalmente in un posto “di favore”. Gli procura così, sempre grazie alle sue conoscenze, un impiego nell’esercito relativamente “sicuro”, come autista di camion, evitandogli almeno la trincea. Anche Franco, così, nell’ ottobre del 1915 parte per la guerra, con gran disperazione di Zoraide.

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Fin qui l’edizione del 1970. Nel 1989 sono stati scoperti e pubblicati altri tre capitoli del romanzo, ancora in forma di bozza ma che tuttavia proseguono la vicenda e lasciano vedere la sua fine.

Nonostante l’interessamento di Zoraide, che in un primo momento riesce ad evitare la chiamata alle armi di Gildo, nel giugno del 1916 egli viene arruolato e mandato al fronte. Giunto col suo battaglione nelle campagne intorno a Vicenza, alla prima occasione diserta e si dà alla macchia. Dopo aver vagato da solo nei boschi per un giorno e una notte, all’alba viene intercettato da una pattuglia di carabinieri che cerca proprio i disertori. Gildo tenta di scappare, ma i carabinieri gli sparano alla schiena e lo uccidono.

Nel frattempo, si incrociano i destini di Luigi Pessina e Franco Velaschi, rispettivamente il marito e l’amante di Zoraide.

Mentre sul fronte veneto regna il caos e i soldati italiani muoiono come mosche, durante uno spostamento, un convoglio militare viene bombardato e Franco compie un gesto considerato “eroico”, facendo salire sul suo camion un ferito e trasportandolo all’ospedale di Vicenza. Il ferito è proprio Luigi Pessina, ma Franco non può riconoscerlo perché non lo ha mai visto.

Luigi in ospedale viene curato e si riprende dalle ferite della battaglia, ma il suo fisico è ormai minato dalla tubercolosi, che durante i mesi di trincea si è molto acuita.

Venuto un giorno a sapere che Zoraide si trova a Vicenza, ospite di alcuni parenti, Luigi, nonostante sia molto debole, riesce a farsi dare un permesso per uscire per qualche ora dall’ospedale e andare a trovare la moglie, che non vede da quasi un anno, per farle una sorpresa…

Giunto così, dopo aver preso informazioni, presso la casa dove si trova ospite Zoraide, viene inopportunamente lasciato entrare da una vecchia che lo riceve sulla porta. Una volta entrato, attraversato da un improvviso sospetto, mentre la vecchia cerca di distrarlo offrendogli da bere, Luigi apre la porta di una camera e scopre la moglie a letto con l’amante.

Colti sul fatto, gli amanti si alzano a sedere nel letto. Franco riconosce il ferito che aveva trasportato pochi giorni prima all’ospedale. Zoraide, spaventata, cerca di avvinghiarsi all’amante, ma questi la afferra per i polsi e la tiene lontana. Luigi, assistendo alla squallida scenetta, è preso da una crisi respiratoria, ha uno sbocco di sangue, si accascia sulla poltrona di fronte al letto e muore.

Qualche giorno dopo i funerali di Luigi, Franco riceve una medaglia al valore militare per aver salvato un ferito durante una battaglia.
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Romanzo complesso per la struttura e il linguaggio, tuttavia meno complicato rispetto ad altri di Gadda e che comunque tratta alcune tematiche tipicamente “gaddiane”: il caos della realtà, l’intricato “guazzabuglio” dei destini umani, l’incapacità e l’inettitudine delle classi governanti, l’ipocrisia e la codardia presenti in grande quantità nel genere umano.

Gadda, interventista convinto, vedeva nella guerra, almeno in astratto, un’occasione per i giovani di riscattarsi dalla mediocrità in cui il sistema sociale li costringeva a vivere. Ma questo romanzo, che trae spunto dalle effettive e concrete esperienze personali dell’Autore (che partecipò alla Prima guerra mondiale), mette in luce per contro la totale disorganizzazione e l’incapacità delle nostre forze armate di affrontare e combattere la guerra, il modo assurdo in cui i giovani furono mandati a morire al fronte, e al tempo stesso la vigliaccheria di tanti “imboscati”, spesso protetti dalle loro famiglie appartenenti a una pavida e meschina classe borghese.
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Su Carlo Emilio Gadda vedi anche il thread dedicato alla sua scomparsa, avvenuta nel nostro decennio, il 21 maggio 1973

viewtopic.php?f=43&t=1084
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie
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