R.I.P
Ecco un articolo che ho scritto dopo la sua morte.
Sic transit gloria Mundi
(così se ne va la gloria – ma anche la scena- di questo mondo)
Sembra proprio che la paternità della frase "Non ci sono più le mezze
stagioni", sia di Plinio il Vecchio. Il grande studioso romano, che morì nel
79 d.C., coinvolto nell'eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei. Se tale
fenomeno, quindi, è ormai bimillenario, negli ultimi 40 anni, vuoi per il
naturale spostamento dell'asse terrestre, vuoi per motivi che ci sfuggono,
se ne sta verificando un altro. Statisticamente, il cambio di stagione, tra
inverno e primavera, ha sempre portato con sè un aggravemento delle
condizioni generali di infermi e/o anziani. La natura, dopo il "letargo"
invernale, si riveglia. Parallelamente, gli organismi tendono a raccogliere
le proprie energie per risvegliarsi. Tale mobilitazione, però, a volte si
conclude con un esaurirsi di tali energie, con conseguente peggioramento, se
non proprio la morte. Sono circa quattro decenni, che il vero passaggio
climatico tra inverno e primavera, si verifica nei mesi di maggio e giugno.
In tali mesi, si osserva un picco insolito di decessi. Molti anche tra lo
nostre conoscenze dirette. In questo periodo dell'anno, hanno lasciato
questo mondo la mamma di colui che sta scrivendo queste righe; il nostro
indimenticabile Domenico [fondatore della rivista dove è uscito il pezzo] e tanti altri. Quest'anno è toccato al celebre
pugile Cassius Clay e, poco prima di lui, ad un personaggio che ha segnato
la storia degli ultimi 50 anni della vita socio-politica della nostra
Italia: il leader radicale Giacinto Marco Pannella. Come mia figlia mi
informò della morte di Pannella, intonai la preghiera più potente in pro dei
defunti: il Salmo 129, (conosciuto, anche, dal versetto iniziale, come "DE
PROFUNDIS"), così come avevo fatto quando seppi della morte di Papa Giovanni
Paolo II. Da quel momento, tutti, ma proprio tutti, si sono profusi in lodi
del defunto. Pannella, da vero democratico quale è stato, è sempre stato
contro gli unanimismi. Pertanto, pensando di far cosa gradita al defunto,
oltre che di rendere un servizio alla verità ed alla storia, dedicherò
queste righe ad una esposizione di luci ed ombre.
Come i nostri lettori ben sanno, cercare prima ciò unisce e poi ciò che
divide, è un approccio che non condivido. Ne ho spesso messo in risalto i
limiti. Per questa volta, eccezionalmente, lo faccio mio. Riconosco a
Pannella il merito di aver difeso quel galantuomo di Enzo Tortora. Aggiungo
che è stato l'unica celebrità (oltre al giornalista Antonio Socci) che ha
dato un minimo di visibilità alla causa delle tribù degli aborigeni
Montagnard dell'Indocina, vittime di genocidio perché cattolici, per opera
dai regimi comunisti o filo-buddisti di quelle terre. C'è da notare che, da
liberale e libertario coerente (ma anche "liberista " e "libertino", poi ci
torno) è stato sempre critico ed oppositore di tutte le leggi che reprimono
LE opinioni, come la legge Fabius in Francia, o, per l'Italia, le leggi
Scelba, Mancino e Scalfarotto. Piccolo inciso sul liberalismo. Non per
scomodare Mons. Felix Sarda y Salvani, che nel XIX Secolo scrisse "Il
Liberalismo è PECCATO", ma è chiaro che l'ideologia liberale, è un errore.
Negando il valore vincolante della Verità che giudica tutto, anche la
libertà, pretende affermare che vero e falso, sono solo opinioni personali.
Ne consegue che tutte le opinioni hanno pari valore, anche quando si tratta
degli istinti più sfrenati. È un errore, ma i liberali coerenti, appunto,
non combattono le opinioni. Normalmente ciò vien in pro di tipi strambi.
Qualche volta, però, è l'ultima linea di difesa cui si possono aggrappare i
credenti. Torniamo a Pannella. Il suo amico don Mazzi, ha scritto di
immaginarselo subito in paradiso, come premio dell'impegno che ha messo
nelle sue battaglie. È un giudizio che non posso condividere. Se sta in
paradiso, ciò non è dovuto all'impegno che ha messo nelle sue battaglie, ma
ad un eventuale atto di dolore e conversione, talmente perfetto, da avergli
ottenuto il perdono. Negli ultimi mesi, la rivista cattolica "IL TIMONE" ed
il giornalista Camillo Langone, avevano lanciato una campagna di preghiera
volta ad ottenerli. Atto eventuale, di cui, però, non ci sono segni
pubblici. Il suo amico e collaboratore, Loris Fortuna, primo firmatario
della Legge sul divorzio, è morto pentito, penitente e recitando le litanie
del Sacro Cuore. Nulla di tutto ciò ha accompagnato la morte di Panella.
Nella lettera che ha spedito al Papa, non c'era infatti, alcun accenno a
nulla di paragonabile ad una conversione e/o pentimento . La sola esistenza
di tale lettera, è stata sufficiente a far si che alcuni "fondamentalisti"
dell'ateismo, come il matematico Piergiorgio Odifreddi, hanno parlato di
"una triste ombra sull'ateismo del leader radicale e retrospettivamente
anche sul suo anticlericalismo". Pannella, mentre il suo anticlericalismo è
stato sempre esplicito e vantato (salvo quando, per motivi elettoralistici,
diffondeva le foto delle udienzie avute da Giovanni Paolo II e da Francesco
I, e magari, il giorno dopo, andava a manifestare inalberando cartelli con
su scritto "NO TALIBAN, NO VATICAN") non è si mai professato ateo. In realtà
è stato peggio che ateo. È stato un esempio di religiosità "fai da te", di
origine massonica. Religiosità che accosta e mischia: Mazzini, Emmanuel
Mounier, il vitalismo bergsoniano, l'esistenzialismo, (più di Camus che di
Sartre), l'anarchismo "cristiano" di Tolstoj, Ernesto Balducci, il
modernismo di Buonaiuti e, ancor di più, di Romolo Murri, ed elementi
buddhisti. Già questo, pesa sul destino eterno (oltre che sul giudizio
storico). Senza la vera fede, si può piacere a Dio? La Sacra Scrittura dice
no. Tanto più che, i comportamenti, privati ed a maggior ragione pubblici,
dovrebbero essere coerenti con la fede. Ed i comportamenti pubblici, ci
dicono che è temerario pensarlo, il nostro Giacinto Marco, in un posto che
non sia di sofferenza. Dobbiamo continuare a raccomandarlo alla Divina
Misericordia, perchè si tratta di colui, che politicamente, più di ogni
altro, ha contribuito affinché l'Italia smarrisse la sua reale identità per
disgregarsi nella dissoluzione morale e giuridica più tragiche. Come
scrivemmo nel 1998, il filo conduttore delle sue battaglie, è stato proprio
il voler trasformare la società italiana in una brutta copia delle giungle
d'asfalto anglosassoni. Come hanno detto in tanti, subito dopo la morte,
compreso il portavoce vaticano Padre Lombardi, Pannella combatteva per i
diritti. Ma si tratta proprio di diritti scimmiottati rispetto al concetto
che ne hanno gli anglosassoni. Tanti diritti "civili". Meno diritti
politici. Zero diritti sociali. I diritti civili per cui si è battutto:
(divorzio, aborto, eutanasia, liberalizzazione di alcune pratiche pedofile,
liberalizzazione delle droghe), oltre ad opporsi alla Legge naturale, hanno
finito con il provocare nella popolazione italiana, buchi paragonabili a
quelli delle persecuzioni staliniane in Russia. Tutte le mancate nascite di
questi ultimi decenni, sono la vera causa della crisi econimica, da cui non
ci riusciamo a risollevare. Circa i diritti politici, si faceva un punto
d'onore ed un vanto, di aver convinto larga parte dell'opinione pubblica
italiana, circa la bontà del sistema elettorale maggioritario, dove chi
vince prende tutto e chi perde, perde tutto, sistema che, quindi, dovrebbe
garantire la "governabilità". Gli ultimi venti anni, ci mostrano che, non
solo non ha garantito la governabilità, ma aperto la strada ad abusi vari.
Diritti sociali. In questo campo, Pannella e la Bonino, sono stati davvero
eccezionali. Chi, negli anni '60 e '70 e '80, li considerava di sinistra, si
era solo fatto ingannare da certe loro frequentazioni. All'epoca, i loro
critici li accusavano di non avere programmi economici. Si sbagliavano. Li
avevano, programmi che sono riassumibili così: "concorenza spietata allo
stato puro, senza ammortizzatori". È la logica conseguenza. Se non ci sono
una verità ed una morale oggettive, ma esiste solo l'opinione e il desiderio
personale, allora l'unico criterio diventa il guadagno. C'è da dire che,
quando la Bonino è stata commissaria europea alla pesca, ha saputo difendere
gli interessi dei nostri pescatori, infischiandosene dei programmi che aveva
presentato al pubblico. Ripetiamo: non spetta a noi giudicare del suo
destino eterno. Certo che, tremiamo all'idea di
Pannella al cospetto di Dio. Se Dio gli dovesse far scontare un secondo di
purgatorio, per ogni divorzio che c'è stato in Italia, ed un minuto per ogni
aborto, già si tratta di ragionare nell'ordine dei secoli. Vogliamo chiudere
queste righe, ricondando alcuni particolari:
a) il suo, se non proprio "anticomunismo", almeno anti-pcismo. Il vecchio
PCI disprezzava le battaglie radicali, definendole "piccolo-borghesi". Del
resto il sentimento era ricambiato. Pannella aveva ottimi rapporti con i
neo-leninisti del gruppo "Avanguardia Operaia". Portò in Parlamento figure
storiche dell'estrema sinista, come Toni Negri e Mimmo Pinto, ma combattè il
partito comunista. C'è da dire che, da questo punto di vista, Pannella ha
vinto. Come aveva profetizzato fin dagli anni '70 il filosofo Augusto Del
Noce, il partito radicale, pur restando sempre una minoranza, avrebbe finito
per "convertire" alla sua visione del mondo larga parte del vecchio partito
di Togliatti. Il PD di oggi è davvero una sorta di "partito radicale" di
massa;
b) per 40 anni, si era dato arie da pacifista. Forse la voce secondo la
quale le vignette delle "Sturmtruppen" del disegnatore
Bonvi, almeno per un certo periodo, erano finanziate da Pannella per
prendere in giro i militari, non era solo una leggenda urbana. Poi,
improvvisamente, tutto cambia. Nel '90, durante la Prima Guerra del Golfo,
si mise a
fare il guerrafondaio. Cantò le lodi della guerra contro Saddam, con toni
degni della "Sola Igiene del mondo" di futurista memoria, sventolando la
UNION JACK, la bandiera inglese;
c) consigliamo i nostri lettori di dare un aiuto concreto ad una
persona che di Pannella è stato vittima. Il dottor Danilo Quinto, è stato un
militante storico del Partito Radicale. Ne è stato pure il tesoriere. Un
giorno Dio ha bussato alla sua porta. Si è innamorato e si è sposato. I
militanti radicali ben di rado si sposano e più di rado ancora hanno figli.
Poco prima della morte, il nostro Giacinto Marco, ha reso noto che, forse,
in giro per il mondo ha quattro figli, che non ha mai voluto nè conoscere,
nè riconoscere. La moglie del dottor Quinto è una cattolica fervente. Ciò è
stato il punto di partenza per una guerra che Panella buonanima gli ha
mosso. Ha perso lavoro e tutto. Il miglior modo per aiutarlo è comprare i
libri che ha scritto, in particolare :"Da servo di Pannella a libero figlio
di DIO" (Ed. Fede & Cultura 2012) e visitarne il sito (
http://daniloquinto.tumblr.com )
"Quando troverò chi mi darà ragione, MI SORGERA' IL DUBBIO DI AVERE TORTO" (W.A.)